Il primo atto un sopralluogo al Castello di Miasino
Esprimo soddisfazione per la discussione che si è svolta questa mattina all’interno della prima seduta della Commissione Legalità del Consiglio Regionale. Prendo atto di una disponibilità a lavorare seriamente su diversi fronti: all’interno delle prerogative assegnate alla commissione faremo la nostra parte, in sinergia con tutte le istituzioni e le organizzazioni che promuovono la legalità democratica, per costruire un Piemonte libero dalle mafie, ben consapevoli della gravità della situazione come rimarcato sia dal Procuratore Generale Lucia Musti sia dal Procuratore Capo Giovanni Bombardieri. E’ vero che la nostra regione è caratterizzata da un forte radicamento della ‘Ndrangheta, ma è anche vero che ha un’importante storia di antimafia. Penso a figure come Carlo Alberto Dalla Chiesa, Mauro Rostagno, Bruno Caccia, Giancarlo Caselli, don Luigi Ciotti, all’esperienza di Libera e all’impulso dell’Università. Occorre fare sistema e rafforzare gli anticorpi.
Serve maggiore consapevolezza su quanto accaduto in questi decenni in Piemonte, ma anche creare contesti in cui questa consapevolezza si diffonda. Lavoreremo su diversi ambiti: storia e dinamica del radicamento mafioso in Piemonte, caporalato, ciclo del contratto pubblico, usura e sovraindebitamento. Sono, inoltre, soddisfatto perché è già emersa la disponibilità di maggioranza e opposizione a lavorare su una legge di regolamentazione di rapporto con le lobby. Su questo tema ho presentato una proposta di legge già nella scorsa legislatura, già richiamata in quella attuale. Mi auguro possa contribuire alla discussione e al raggiungimento dell’obiettivo.
Sul tema dei beni confiscati intendiamo lanciare un segnale forte organizzando, come primo atto, un sopralluogo al Castello di Miasino: un bene acquisito dalla Regione che da troppo tempo attende di essere restituito alla collettività.