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Promessa mantenuta! Dopo 38 anni il Piemonte ha una nuova legge sulle cave

_rossi_consiglio-copia-2Oggi è una bella giornata, una di quelle rare in cui raccogli il frutto di anni di lavoro: confronti, studi, convegni, discussioni. E’ bello quando ciò che sembrava difficile, lontano (in certi momenti impossibile) si trasforma in realtà. È questo, credo, uno degli aspetti più belli della politica. O forse qui dovrei scrivere della Politica. Tagliare un traguardo è bello, tagliarlo insieme ai tanti che hanno contribuito a renderlo possibile è ancora meglio. Pochi minuti fa il Consiglio Regionale del Piemonte ha approvato la Proposta di Legge 165 “Disciplina delle attività estrattive: disposizioni in materia di cave” che, da oggi, mercoledì 9 novembre 2016, è legge regionale. Con essa, dopo 38 anni, il Piemonte torna ad essere una regione all’avanguardia in un settore complesso che non poteva più vedere rimandata una revisione normativa.

La legge regionale 69/1978 era, infatti, figlia di una cultura obsoleta che vedeva le risorse naturali come inesauribili e a completa disposizione dell’uomo che poteva sfruttarle in vista dei propri fini. Oggi, invece, noi sappiamo che le risorse sono limitate e che il nostro destino è intimamente connesso a quello della natura che sfruttiamo e che dobbiamo porci il problema del consumo di suolo, della diminuzione della produzione dei rifiuti e dell’innalzamento dei tassi di riutilizzo e riciclo, come peraltro richiede l’Unione Europea. Principi che rappresentano la premessa al testo approvato oggi a Palazzo Lascaris. Con buona pace di chi ci ha voluto descrivere come “anti” qualcosa in questi mesi, noi rivendichiamo il dovere di immaginare un futuro dove tutte le attività produttive sono in grado di trasformarsi e di rendersi sempre più compatibili con il nostro futuro. In molto settori questo sta avvenendo (si pensi a tutto il settore della chimica verde o alla bioeconomia o alla blue-economy) e noi siamo orgogliosi di poter dire che grazie a questa legge anche il settore delle attività estrattive va in questa direzione.

Il ritorno a Romentino per la presentazione del PDL
Il ritorno a Romentino per la presentazione del PDL

Per me si tratta di un impegno preciso, preso in campagna elettorale anche attraverso l’adesione alla piattaforma L7 di Libera Piemonte, e per il quale fin dal primo giorno del mio mandato ho lavorato con passione e tenacia. Un impegno che nella mia storia personale affonda le sue radici in una data tragica: il 20 gennaio 2010, giorno in cui venne ucciso a Romentino l’imprenditore Ettore Marcoli. Uno spartiacque tragico e violento e violento per la città di Novara, che svelò le criticità di un settore complesso: quello delle cave. Un settore composto da tanti imprenditori per bene, ma, come molti altri, interessato da attività illegali e, in alcuni casi, da infiltrazioni della criminalità organizzata, soprattutto per la stretta connessione con altri due settori: il movimento terra e il ciclo del cemento e dei rifiuti. In quell’occasione tragica cominciò un percorso collettivo di studio e approfondimento che mise in evidenza una serie di problemi: assenza di pianificazione da parte della pubblica amministrazione, assenza di un apparato sanzionatorio serio, difficoltà dei comuni nell’attività di controllo, casi di illegalità legati soprattutto al ciclo dei rifiuti. Individuati i problemi, dapprima come componente attivo nel mondo dell’associazionismo ho interpellato la politica perché fossero superati, poi, nel ruolo di Consigliere Regionale, ho cercato di costruire delle risposte concrete. Un impegno civile che è diventato politico senza perdere il collegamento con i territori e le tante persone che mi hanno aiutato in questa difficile sfida. Chi mi ha seguito in campagna elettorale ricorda bene che sono state due le “frustrazioni” più grandi vissute da militante nell’associazionismo, quelle che mi hanno fatto immaginare, a 36 anni, di cambiare campo di gioco (mantenendo la stessa sfida, però), passando dall’impegno civico alla cosiddetta politica attiva: la storia del Castello di Miasino e la legge regionale sulle cave. Oggi, dopo due anni e mezzo circa di mandato, sono contento di poter raccontare che su entrambi gli ambiti la strada fatta è stata tanta e che ne è valsa certamente la pena!

Uno dei molti momenti di condivisione con gli stakeholder
Uno dei molti momenti di condivisione con gli stakeholder

Nel primo anno di mandato ho lavorato affinché il progetto fosse costruito insieme a diversi stakeholder sul territorio (sindaci, università, imprenditori, associazioni ambientaliste) e poi condiviso all’interno del gruppo del Partito Democratico a Palazzo Lascaris e quindi con l’intera maggioranza dove ho trovato da subito condivisione e sostegno per il progetto. Un sostegno che si è concretizzato in diverse azioni (emendamenti, atti di indirizzo), nelle more della presentazione della legge: il più importante è stato l’inserimento, all’interno della legge di semplificazione del 2015 di nuove norme sanzionatorie che ci hanno permesso di superare uno dei vulnus presenti. Fino a quel momento per qualsiasi scavo abusivo o in difformità dal progetto autorizzato, si pagava una multa di circa 1.000 euro, senza tenere in considerazione le quantità prelevate. Finalmente, dopo il nostro emendamento, si introduceva un minimo serio e un principio di proporzionalità: più scavo abusivamente più pago. Nell’ottobre del 2015 presentammo la proposta di legge alla quale è seguito un altro anno di costante confronto con le diverse forze politiche, con la Giunta e con i diversi stakeholder fino all’elaborazione dell’ultima versione elaborata da un gruppo di lavoro della terza commissione.

Un documento più condiviso quindi, i cui punti qualificanti restano, programmazione regionale, equilibrio tra attività estrattiva e ambiente, incentivi al riciclo degli inerti e quindi disincentivo al consumo di suolo, sanzioni serie e certezza dei controlli. Il testo di legge rivede nel suo insieme il sistema di gestione e controllo del comparto estrattivo fissando paletti e vincoli a tutela, in primis, degli imprenditori che operano nel settore. In quest’ottica la scelta di garantire la tracciabilità dei materiali in caso di conferimento in cava per le attività di ripristino ambientale anche al fine di disincetivare conferimenti illeciti.

Con i capigruppo Gariglio (PD) e Grimaldi (SEL) e altri colleghi consiglieri nel tour sui territori delle cave
Con i capigruppo Gariglio (PD) e Grimaldi (SEL) e altri colleghi consiglieri nel tour sui territori delle cave. Qui a Romentino con il Sindaco Alessio Biondo

Si chiudono, con la discussione in aula, due anni di lavoro intenso che ci ha consentito di arrivare ad un risultato importante del quale si avvertiva la necessità in regione da oltre dieci anni e sul quale non sono riuscite ad intervenire le due giunte precedenti. Ci è riuscita, invece, l’assemblea di questa legislatura, con una maggioranza a guida PD, come ha sottolineato anche il capogruppo del Partito Democratico, Davide Gariglio: “il PD ha deciso di assumersi la responsabilità del cambiamento su alcuni settori che da tempo richiedevano una riforma. Lo ha fatto anche su un compato complesso come quello dell’attività estrattiva prendendo tutto il tempo necessario per studiare, approfondire e condividere le scelte, ma scegliendo e realizzando quanto annunciato”. E lo ha fatto con una proposta di legge di iniziativa consiliare importante, che affronta un tema articolato, multidisciplinare e ad alto tasso di tecnicismo che ha trovato appoggio e riscontro da subito in tutte le forze politiche che compongono la maggioranza che hanno sottoscritto la proposta di legge e che oggi esprimono soddisfazione attraverso le parole di Marco Grimaldi, capogruppo SEL: «Ci eravamo presi l’impegno di agire, davanti alle associazioni ecologiste che chiedevano di uscire dal far west e ai tanti Sindaci che reclamavano di non essere lasciati soli nei controlli. Finalmente abbiamo votato la legge sulla disciplina delle attività estrattive. Questa norma non regola solo i controlli, le sanzioni, le concessioni e i canoni, ma è un vero e proprio strumento di programmazione e pianificazione».

Credo, perciò, si possa dire che abbiamo raggiunto un ottimo risultato: quella che approviamo è una buona legge. Certo, come tutti i percorsi complessi e che vedono il coinvolgimento di diversi soggetti abbiamo dovuto mediare tra le diverse posizioni, ma il risultato finale è certamente un grande passo avanti per la nostra Regione. Personalmente avrei rivisto anche gli oneri di estrazione per portarli almeno al livello della vicina Lombardia per le sabbie e le ghiaie e avrei dato un limite più basso alla durata delle autorizzazioni. Si tratta, però, di due aspetti specifici in un quadro generale che ritengo davvero soddisfacente.

La conferenza stampa di presentazione della proposta di legge nell'ottobre 2015
La conferenza stampa di presentazione della proposta di legge nell’ottobre 2015

Ritengo sia un buon giorno per il Consiglio Regionale del Piemonte, ciascun gruppo ha dimostrato di essere all’altezza di una sfida difficile: quando la politica è capace di comprendere i problemi, di ipotizzare delle soluzioni, superando il solo livello della denuncia, e di lavorare per perseguirle, allora diventa buona politica, al servizio dei cittadini, di cui questa Regione, e questo Paese hanno tanto bisogno. Una sfida vinta che dimostra che siamo pronti ad ogni sfida.

Non nascondo di essere orgoglioso di questo risultato e credo possano esserlo tutti i colleghi consiglieri che hanno fatto la propria parte, così come tutti i soggetti fuori dall’aula consiliare che hanno dato il loro contributo.

Abbiamo tagliato un traguardo, ma ora dovremo vigilare e accertarci che quanto previsto in legge venga realizzato: l’atto per favorire il riciclo di inerti, il PRAE, l’istituzione dei servizi di vigilanza, il regolamento sui ripristini ambientali e, soprattutto, ma questo non riguarda solo la questione cave, dovremo verificare e accertarci che le province siano in grado di esercitare le funzioni loro delegate… Dovremo ancora tornare a occuparci di cave, consapevoli che ogni legge deve essere verificata e che certamente non è sufficiente a garantire la risoluzione dei problemi che vuole risolvere. La differenza la faranno sempre gli uomini e le donne che dovranno prendere le decisioni corrette al momento opportuno e quando ciascuno secondo il proprio ruolo farà la sua parte.

 

La nuova norma in sintesi: 

PROGRAMMAZIONE

La nuova legge prevede che la Regione disciplini la pianificazione e l’esercizio delle attività di coltivazione di cave, nonché la tutela e la salvaguardia dei giacimenti. La pianificazione delle attività estrattive si realizzerà attraverso il Piano regionale delle attività estrattive (PRAE) che costituisce il quadro di riferimento unitario delle attività e si raccorda con gli altri piani regionali superando la pianificazione provinciale, mai avviata con eccezione del PAEP Provincia di Novara. Il PRAE viene redatto (nella norma sono previste le risorse) attraverso una conferenza di co-pianificazione, alla quale partecipano diversi enti, tra cui i Comuni, e che individuerà tra l’altro le aree dove saranno concesse attività di cava e i quantitativi massimi estraibili in base ai fabbisogni di mercato.

CERTEZZA DEI CONTROLLI

La Regione istituisce un Servizio di vigilanza regionale e un servizio di vigilanza per ogni ATO (ambito territoriale ottimale). I servizi di vigilanza, sulla base di una pianificazione annuale dei controlli, hanno il compito di verificare e vigilare sugli obblighi e sulle prescrizioni impartite con l’atto di autorizzazione o di concessione in collaborazione con forze di polizia, Arpa e Asl. Per chi non rispetta gli obblighi definiti in sede di autorizzazione, per chi non paga gli oneri di escavazione, per chi è condannato per reati contro l’ambiente, e prevista la decadenza dell’autorizzazione. E’ prevista dalla norma che una quota degli oneri siano vincolati per garantire i controlli.

ATTIVITA’ PRODUTTIVA E AMBIENTE

La norma prevede l’inserimento di criteri ambientali nella valutazione per le autorizzazioni, vincolando, peraltro, parte degli introiti degli oneri ai fini della riqualificazione ambientale dei siti estrattivi. La Regione provvede, inoltre, all’incentivazione della riqualificazione e della valorizzazione del patrimonio minerario dismesso a fini culturali, museali e turistici e del riutilizzo dei vuoti sotterranei, ma anche per il riciclo degli inerti e per la diminuzione del consumo di suolo con uno sconto sulle tariffe per chi ricicla. Le nuove autorizzazioni e le concessioni non potranno essere rilasciate per un periodo superiore a quindici anni e la durata sarà proporzionale alle dimensioni del giacimento e alle capacità tecniche e produttive della ditta concessionaria.

Clicca QUI per scaricare le slide esplicative e leggi il testo approvato della legge.

Di seguito uno stralcio della rassegna stampa:

Va in aula la nuova legge sulle cave “Agli abusivi multe da 20 mila euro”. In Piemonte il settore occupa 1.200 persone e fattura 137 milioni (La Stampa)

La legge sulle cave è ora realtà, Rossi: “Ha le sue radici nell’omicidio di Ettore Marcoli”. I contenuti e le novità nel settore estrattivo (Corriere di Novara)

Approva la legge sulle cave “L’impegno ricordando Marcoli”. Cosa prevede il testo: più controllo e tracciabilità dei materiali (Novara Oggi)

“La morte di mio marito fu lo spartiacque” Susanna Pulici, moglie di Ettore Marcoli ucciso nel 2010 nella cava di Romentino, commenta la nuova legge regionale. (Corriere di Novara)

Legge sulle cave, successo personale di Domenico Rossi (il Venerdì di Tribuna)

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