“Non c’è due senza tre… Per il terzo anno consecutivo i Comuni piemontesi restano a bocca asciutta: niente bando per il riutilizzo sociale dei beni confiscati. Nemmeno un centesimo dall’insediamento della Giunta Cirio è stato destinato a tale scopo. Dal 2019 in poi rubinetti chiusi nonostante le continue sollecitazioni affinché si andasse in un’altra direzione, soprattutto in una legislatura partita con l’arresto di un assessore regionale per scambio politico-mafioso (approfondisci qui)” denunciano i consiglieri regionali Domenico Rossi e Diego Sarno.
“Se nei primi due anni esistevano delle minime giustificazioni, quest’anno le scusanti sono finite e la responsabilità del Presidente e degli assessori competenti è gravissima” aggiungono i rappresentanti Dem sottolineando che: “Poco più di un un mese fa, era il 24 novembre (leggi qui), l’assessore Tronzano assicurava che il bando sarebbe stato pubblicato entro fine anno… lo stesso assessore che nel 2020 prometteva il recupero delle risorse dell’anno in corso e del precedente con uno stanziamento di 300mila euro nel 2021. Nessun impegno è stato rispettato”.
Negligenza o Incapacità? “Sta di fatto che i tanti Comuni piemontesi che hanno sul loro territorio beni confiscati alle mafie non potranno contare sul contributo della Regione. Tutto questo sotto gli occhi del Presidente Cirio che – ricordano Rossi e Sarno – dopo il caso Rosso, aveva annunciato l’adozione di un “Codice Etico” che stiamo ancora aspettando, come siamo ancora in attesa dei corsi di formazione sui rischi di infiltrazioni criminali nella gestione del bene pubblico per i funzionari e gli amministratori regionali. E in tutto questo l’assessore alla Legalità Marrore che dice?” incalzano i consiglieri.
“Su queste questioni – concludono Rossi e Sarno – non sono ammesse leggerezze, ne va della difesa della nostra democrazia dalla sua malattia peggiore: il radicamento delle mafie. Non accetteremo più rinvii o scuse. I primi mesi del 2022 devono vedere la pubblicazione del bando con uno stanziamento complessivo di tutte le risorse rimandate in questi anni (300mila euro) e si aggiungano 150mila euro sullo stesso capitolo per l’anno 2022 con l’attivazione di un ulteriore bando raggiungendo così l’ammontare di 450mila euro. Diversamente sarà un’ammissione di disinteresse verso gli enti locali, le associazioni e i tanti cittadini che in questi anni si sono battuti per una regione e un paese liberi dalle mafie”.