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E’ cominciato l’attacco alla legge sul gioco d’azzardo: la difenderemo in commissione e in aula consiliare

“Il presidente Cirio lo aveva annunciato in campagna elettorale e in questi giorni è cominciato l’attacco alla legge regionale per la prevenzione ed il gioco d’azzardo patologico, di cui si fa alfiere in maniera particolare l’assessore Tronzano”. Questo il commento del consigliere regionale Domenico Rossi a margine delle audizioni in III e IV commissione riunite in sessione congiunta durante le quali i rappresentanti del gioco legale hanno provato a dimostrare che la norma piemontese non funziona.

“Una posizione, quella della maggioranza – aggiunge Rossi – che non solo non condividiamo, ma che contrasteremo con fermezza nelle commissioni prima e in aula consiliare poi: nessun passo indietro sulla Legge Regionale, a maggior ragione dopo l’intervento di IRES Piemonte in commissione che oggi ha confermato, dati alla mano, che la legge, al contrario di quanto riportato dai rappresentanti del gioco e da Eurispes, funziona”. Nel 2018, rispetto ai dati del 2016, infatti, mentre il gioco fisico cresce a livello nazionale (+1,6%) in Piemonte assistiamo a una diminuzione del gioco fisico (-9,7%, pari a 497 milioni di euro); a una diminuzione delle perdite (-17,8% in Piemonte vs -2,9% in Italia), a fronte di una crescita del gioco online che è inferiore a quello del resto del Paese dove pure non vige il distanziometro (+45% in Piemonte vs +48% in Italia). “Il CNR ha inoltro confermato che nei Comuni dove sono stati applicati orari più restrittivi si sono ridotti i volumi di gioco” ha precisato Rossi chiedendo di audire altri soggetti che hanno partecipato alla ricerca coordinata da IRES. 

“Rispetto all’accusa di un passaggio dal gioco legale a quello illegale – prosegue Rossi – mancano oggi i dati a conferma della tesi, che comunque, a livello teorico, sarebbe vera solo in caso di proibizione del gioco. Qui, invece, siamo di fronte a un allontanamento o spostamento dai luoghi della vita. C’è tutto lo spazio per un mercato legale che gli imprenditori devono essere in grado di cogliere”.

“Anche dal punto di vista occupazionale – conclude Rossi – i dati IRES ci raccontano una realtà diversa da quella denunciata dal mondo del gioco legale. Addirittura i tabaccai, nell’ultimo triennio, hanno aumentato il numero dei propri addetti. Certo esiste una sofferenza nell’ambito dei produttori e dei distributori, certamente lontana, però, da quanto denunciato”.

Leggi gli esiti della ricerca IRES Piemonte “Il gioco d’azzardo in Piemonte” (prima parteseconda parte)

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