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Al congresso regionale sosterrò Mauro Marino

Si sta svolgendo in queste ore il congresso regionale del PD, in un quadro politico particolare: alcuni mesi dopo la più grande sconfitta che il centro-sinistra ricordi, pochi mesi prima del congresso nazionale che dovrebbe servire a “fare i conti” con quella sconfitta (per verificare, riprogettare e ripartire) e a pochi mesi dalle elezioni regionali piemontesi, che avranno una forte rilevanza politica sia perché si svolgeranno insieme ad Europee e Amministrative sia perché la nostra è l’unica Regione dell’arco alpino non amministrata dalla Lega.

In questo quadro dalle dimissioni da segretario regionale di Davide Gariglio abbiamo assistito prima al gioco del rinvio, poi al tentativo di unitarietà e poi all’emersione, in extremis, di tre candidature: Mauro Marino, Monica Canalis e Paolo Furia.

Mentre si discuteva di quando fare il congresso (io, per la cronaca ero tra coloro che riteneva si dovesse fare subito, entro luglio), ad eccezione di Raffaele Gallo e Luigi Bobba – che poi hanno fatto un passo indietro nel tentativo di arrivare a una candidatura unitaria -, nessuno ha messo in campo, in questi mesi, una discussione di merito che provasse a mettere a fuoco alcune questioni: a che cosa serve il partito regionale? Dove ha sbagliato? Quali sono gli asset strategici per il Piemonte?

In molti auspicavano un congresso regionale “in linea” con quello nazionale che avrebbe certamente facilitato alcune posizioni di natura politica. Questo, però, non è stato possibile a causa delle regole che il partito si è dato.  Ciò complica le cose perché il partito è in un fase di transizione che solo lo svolgimento del congresso nazionale potrà concludere. In questo contesto sono tra coloro che ritiene che le questioni politiche sono tutte spostate alla fase del congresso nazionale e che sul livello regionale sia necessario trovare la soluzione che tenga il più possibile il partito unito e compatto soprattutto in vista delle elezioni regionali.  

E’ in quest’ottica ho deciso di sostenere Mauro Marino.  I media hanno cercato di proporre i tre nomi come esponenti di quelle che fino a pochi giorni fa sembravano essere le tre principali mozioni nazionali: Minniti (Marino), Martina (Canalis), Zingaretti (Furia). In realtà non è così: Marino ha il sostegno di diverse componenti che a  livello nazionale sosterranno candidati diversi, da chi aveva deciso di sostenere Minniti (prima del suo ritiro), ai sostenitori di Martina e di persone, come il sottoscritto e altri, che sono orientati a sostenere Nicola Zingaretti. Nel momento in cui ha accettato di candidarsi Marino ha evidenziato, anche in diversi colloqui con me, che il suo progetto ha una prospettiva unitaria e che intende costruire una squadra dove le differenze di posizione siano riconosciute come ricchezza, in una logica da vero “ulivista”, che ha caratterizzato da sempre l’esperienza politica di Mauro Marino. La sua storia politica e il confronto con lui  mi hanno convinto che la sua figura sia quella giusta per questo particolare momento.

Domenica 16, dalle 8 alle 20, si svolgeranno le primarie “aperte”: significa che potranno votare gli iscritti al PD, ma anche gli elettori e i sedicenni previa registrazione (tutte le info sono qui: http://bit.ly/2B0NtoG). Credo sia stato un errore averle immaginate anche per il segretario regionale, ma le regole sono queste e vanno rispettate. Di fatto questo rende la partita completamente aperta, come ho avuto modo di dire anche ai GD novaresi che hanno preso una posizione dura su questo congresso regionale. Alcune loro considerazioni le condivido, altre no (potete leggere la mia risposta qui). Resta il fatto che questo partito è l’unico, checché se ne dica, che allarga la platea di coloro che possono partecipare alla scelta delle sue cariche più importanti. Con le primarie aperte non ci sono “pacchetti di tessere” che tengano (solo per citare una delle critiche più forti che vengono fatte), ma la possibilità di incidere e di scegliere. Certo è necessario partecipare, organizzarsi… ma questo è il sale, la sostanza della democrazia. Senza partecipazione deleghiamo ad altri le scelte. Basta poi non lamentarsene!

Buon voto a tutti!

 

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