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“I beni devono diventare il segno della forza delle istituzioni che torna in possesso di ciò che, con la forza, la violenza e il sopruso, è stato tolto ai cittadini. Devono diventare il luogo in cui portare le scolaresche per raccontare la storia di un’Italia che resiste”.

Sin dall’inizio della legislatura mi sono impegnato sul riutilizzo dei beni confiscati. che devono tornare a essere beni comuni. Non basta toglierli ai mafiosi. Dobbiamo essere in grado di restituirli alla collettività. Da subito mi sono attivato proponendo atti di indirizzo ed emendamenti per il rifinanziamento della legge regionale 14/2007, che da anni vede il suo capitolo di bilancio senza i fondi necessari per contribuire al rilancio dei beni confiscati presenti in Piemonte (per approfondire puoi guardare il geoblog di Libera Piemonte sui beni confiscati). Si tratta di una battaglia fondamentale e strategica che potrebbe essere base per sviluppo e inclusione sociale nella nostra Regione.

io parloTra tutti i beni confiscati presenti in Piemonte ce n’è uno con un valore e una storia particolari: il Castello di Miasino. Pur essendo stato confiscato al boss della camorra Pasquale Galasso, per anni è restato nelle mani di una società riconducibile alla moglie di Galasso. Per anni non si è riusciti a liberare il castello e renderlo disponibile per la collettività. Tra i tanti e diversi motivi che avevano portato a questa situazione, uno mi aveva colpito in maniera particolare: quando l’Agenzia Nazionale dei Beni Sequestrati e Confiscati chiese, nel 2012, a Comuni, Province e Regione se ci fosse qualcuno interessato a farsi carico del bene, nessuno rispose affermativamente. Ci fu rabbia e delusione per quella mancata risposta, che però presto si trasformarono in un progetto: fare in modo che in Regione arrivasse qualcuno in grado di rispondere “si”. Durante la campagna elettorale girai un video vicino al castello, dove rilanciammo questo progetto: “sogno una Regione capace di…“.
Bene, oggi il sogno si è quasi avverato. nei primi mesi di legislatura presentai una mozione (approvata il primo ottobre del 2014) che impegnava la Giunta a dare risposta affermativa a quella richiesta. La Giunta, nel febbraio del 2015, adottò una delibera che dava gambe a quella richiesta del Consiglio e, a distanza di un anno, agli inizi del 2016 il castello fu liberato. Ora è nelle mani della Regione che dovrà svolgere i lavori di ristrutturazione e messa in sicurezza per poi procedere al riutilizzo sociale. Qui i video di restituzione del castello alla collettività durante la cerimonia alla presenza di Rosy Bindi e di Franco Roberti.

 

 

 

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