Sviluppo progetto Novara Ecologistica: un’interrogazione all’assessore per chiarire lo schema di accordo di pianificazione 

“La preoccupazione del Comitato per Pernate è la preoccupazione di tutti coloro che hanno a cuore il territorio e la sicurezza dei cittadini. Non si tratta di contrapporre ambiente a lavoro o sviluppo ma di scegliere nuovi modelli, peraltro già esistenti, che tengano insieme cura del pianeta e cura dell’uomo incentivando visioni e pratiche circolari” dichiara il Consigliere Regionale Domenico Rossi intervenendo sull’approvazione della delibera di Giunta Regionale n. 2-8249 approvata il 4 marzo.

Il documento darebbe il via libera allo schema di accordo di pianificazione da sottoscrivere insieme con la Provincia e i Comuni di Novara e Galliate per il nuovo insediamento Novara Ecologistica per un totale di circa 800 mila metri quadrati di sviluppo logistico. “Ci sono alcune questioni che vanno chiarite e per questo ho presentato un’interrogazione che chiede alla Giunta regionale di spiegare: se l’accordo di pianificazione sia coerente con il Piano Paesaggistico Regionale; su quali studi o progetti sia stata quantificata la somma 4,5 milioni di euro a carico anche del proponente per le opere necessarie alla tutela del sistema idraulico complessivo e alla sicurezza idraulica del torrente Terdoppio e della roggia Mora; come si intenda procedere qualora venga accolto il pendente ricorso al TAR, avanzato dai cittadini di Pernate sulla delibera n. 51 del 31.01.23 della Giunta Municipale del Comune di Novara” spiega il consigliere Novarese. 

“Sono questioni sostanziali a cui dare risposte puntuali perché la vocazione logistica del territorio non può e non deve coincidere con la disponibilità a costruire ovunque come, di fatto, sta avvenendo” prosegue Rossi tornando ad auspicare un cambio di passo della Regione. “E’ evidente – conclude – la necessità, non più rinviabile, di una programmazione su questo tema attraverso la quale la Regione possa assumere il ruolo di regista e che deve prendere in considerazione almeno il livello provinciale. Solo in questo modo si garantirebbe un equilibrio tra gli interessi di specifici settori e i beni comuni, evitando che siano le esigenze del mercato a modificare il paesaggio e le scelte delle istituzioni”. 

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