Riutilizzo del Castello di Miasino: il consiglio regionale impegna la Giunta ad accelerare i tempi del bando

“E’ fondamentale che il bando per l’assegnazione per il riutilizzo sociale del Castello di Miasino venga assegnato il più possibile in concomitanza con il termine dei lavori per la ristrutturazione del bene che gli uffici regionali prevedono entro il giugno 2024: il bando sarà quindi pubblicato a luglio secondo quanto disposto dal documento. L’impegno chiesto all’unanimità dal Consiglio Regionale alla Giunta è un passaggio chiave per chiudere un percorso cominciato con la consegna del Castello alla Regione Piemonte da parte dell’Agenzia Nazionale dei Beni Sequestrati e Confiscati nel febbraio 2016”. Lo dichiara il Consigliere Regionale del Partito Democratico, Domenico Rossi, che ha presentato la mozione approvata ieri dal consiglio regionale. “Sono molto soddisfatto della convergenza sul documento da parte di tutti i consiglieri – aggiunge il rappresentante Dem – molti dei quali hanno voluto anche sottoscrivere il documento. Un risultato ottenuto anche grazie al contributo del collega Federico Perugini che si è speso per arrivare ad una condivisione più ampia possibile”.  

“Il castello è chiuso da troppo tempo e occorre restituirlo alla comunità. Una confisca a cui non segue il riutilizzo sociale, infatti, vanifica tutto il lavoro fatto da magistratura, forze dell’ordine e istituzioni. Perciò saremo di fronte a una democrazia che funziona solo quando il castello sarà tornato a generare economia “pulita”, quando sarà un luogo aperto alla comunità, quando potremo portarci le scolaresche, come già avviene in altri beni confiscati e riutilizzati, per dire ai ragazzi qui lo Stato ha vinto” spiega il consigliere novarese.

“Per questo su Miasino, dopo 8 anni di attesa, non possiamo più permetterci ritardi. Il rischio è che passi un messaggio pericoloso: quando c’è la mafia le cose funzionano mentre quando arriva lo Stato tutto si ferma. E’ inaccettabile” sottolinea Rossi evidenziando che “il messaggio deve essere diametralmente opposto ed è responsabilità di tutti creare le condizioni per farlo arrivare ai cittadini perché con i beni confiscati e riutilizzati lo Stato si riprende ciò che è stato sottratto ai cittadini e lo rimette a disposizione della comunità per generare economia pulita, cultura e bellezza”.

“Il mio primo atto in consiglio regionale fu una mozione per chiedere l’acquisizione del Castello. Era uno stimolo che arrivava dal mio percorso nella società civile, nell’associazione Libera. Ora i ruoli si invertono: sono le istituzioni che devono tornare a rivolgersi alla società civile con un bando e quest’ultima deve rispondere con le proprie migliori risorse, idee e progetti. Sono certo che insieme sapremo vincere questa sfida” conclude il consigliere novarese. 



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