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La linea ferroviaria Santhià-Arona riaperta entro il 2025? Solo annunci fasulli

Dopo i fiumi di dichiarazioni dei giorni scorsi da parte dell’Onorevole Gusmeroli e della Lega, sulla riapertura della Santhià-Arona ho presentato un’interrogazione urgente (puoi leggerla QUI) per conoscere quale sia il cronoprogramma di atti formali e lavori che porteranno alla riapertura della linea e i nodi sono venuti al pettine nel corso dell’odierno consiglio regionale.

Nella risposta è emerso che RFI nel corso di una riunione in teleconferenza si è fatta carico dell’impegno di coordinare un tavolo tecnico “per comprendere quali lavori siano necessari per la riapertura e i tempi in cui questi lavori potranno essere realizzati. All’esito di questo tavolo che si riunirà a gennaio sapremo più precisamente in quale annualità saranno necessarie le risorse per riattivare la linea” (leggi la risposta qui).

Nessuna data, nessun progetto, nessun finanziamento. Tanto rumore per nulla verrebbe da dire perché una riunione a cui non sono seguiti o corrispondono atti formali ci riporta alla politica degli annunci tanto cara a questa amministrazione regionale.

Di certo c’è che la linea è sospesa dal 2012 quando governava la giunta Cota, che il servizio è garantito da trasporto su gomma, che i costi di gestione per riattivare la tratta non sarebbero al momento sostenibili – come ha affermato più volte lo stesso assessore – che nell’ultimo contratto che Regione Piemonte ha stipulato con Trenitalia si riattivano la Casale-Mortara e la Asti-Alba, ma non la Arona-Santhià. Tutto questo senza dimenticare che il fondo per il trasporto pubblico locale è da tempo invariato e in assenza di un aumento dello stesso le Regioni non possono investire adeguate risorse nel servizio così da garantire a RFI continuità per gli investimenti necessari.

Se c’è la volontà politica di riaprire la tratta ferroviaria, piuttosto che riunirsi e dichiarare ai giornali, la destra, che oggi governa la Regione e il Paese, deve solo aumentare il fondo per il trasporto pubblico locale così che le Regioni, a partire dal Piemonte, possano aumentare gli investimenti nel servizio. Sarebbe ora di finirla con la propaganda che suona come una presa in giro per i cittadini, in particolare per i pendolari, gli amministratori locali e il territorio. 

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