“L’Arona-Santhià riaperta entro il 2025”, lo afferma l’onorevole Gusmeroli della Lega novarese. Peccato che nell’ultimo contratto che la Regione ha stipulato con Trenitalia si riattivano la Casale-Mortara e la Asti-Alba (leggi qui), ma non la Arona-Santhià sospesa dal 2012 dalla Giunta Cota.
D’altra parte lo stesso assessore Gabusi ha più volte sottolineato, anche in un incontro proprio ad Arona già nel 2019, che “riattivare il treno tra Arona e Santhià costerebbe 3,4 milioni in più all’anno rispetto allo stesso servizio effettuato con i bus… sono cifre che non possiamo permetterci” (leggi qui).
La verità è che si vogliono nascondere i problemi dietro gli annunci. Il contratto piemontese è l’unico, su 13 analizzati dall’Autorità di Regolazione dei Trasporti, su cui ci sono dei rilievi che la Giunta ignora e su cui pende un ricorso al TAR da parte delle associazioni dei pendolari.
L’onorevole sa benissimo che non ci sono riunioni, né tantomeno passeggiate sui binari che tengano. Ora che la destra è al Governo deve solo aumentare il fondo per il trasporto pubblico locale (ad oggi invariato) così che le Regioni, a partire dal Piemonte, possano avere maggiori risorse da investire nel servizio così da garantire a RFI continuità per gli investimenti necessari. Il resto sono solo parole… o peggio, propaganda.