C’è chi dice che la destra italiana non è fascista. Non lo è nemmeno Fratelli d’Italia e che è un errore continuare a parlare di questo perché il fascismo è una realtà storica consegnata al passato.
Mi chiedo, e chiedo a chi afferma questo, come definire chi pensa alla Resistenza non come a un momento fondativo della nostra Repubblica da cui è nata la nostra Costituzione, ma come un movimento di una parte avversaria. Se la Resistenza è stato il movimento del popolo italiano che in maniera trasversale si è unito contro l’oppressione nazi-fascista, come definiamo chi non si riconosce nella Resistenza?
Non è questione di lana caprina o materia da delegare agli studiosi della storia. Loro ci hanno già spiegato che tra i partigiani c’erano tutti: comunisti, socialisti, liberali, cattolici, monarchici, militari. Tutti tranne i fascisti. Ora chi non si riconosce in queste donne e in questi uomini, in chi e cosa si riconosce? Si tratta di capire quali sono i valori di fondo che fanno da perimetro al confronto democratico. Sono quelli della Costituzione antifascista?
Se sì, come mi auguro, gli Istituti della Resistenza non sono “avversari”, ma custodi di ciò che abbiamo di più prezioso. E sono un bene comune, perché ci aiutano a custodire le radici della nostra comunità.
Se è vero quanto riportato dall’articolo de ‘Lo Spiffero’, perché Marina Chiarelli arriva a metterne in discussione il finanziamento, già risicato, e a parlarne come di “avversari”?
Il fascismo di Mussolini è certamente qualcosa che appartiene al passato, anche se non mancano i nostalgici di quei valori e di quella visione del mondo e della società. Ma il fascismo eterno di cui parlava Umberto Eco, o le simpatie verso forme di società autocratiche, chiuse, governate dall’uomo o dalla donna forte, nelle quali le istituzioni sono viste come un prolungamento del partito e il diverso funge da capro espiatorio esistono e sono vive e vegete.
Io credo sarebbe un errore sottovalutare tutto questo in un momento storico nel quale si eleggono personaggi come Trump, Bolsonaro o Orban.
Che la destra italiana, e in particolare Fratello di Italia, sia lontana da tutto ciò è tutto da dimostrare. E se questi sono i primi segnali, non sono per nulla positivi.
Servirà tanta opposizione: sociale, politica e culturale.