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Servono più Istituti di ricerca scientifica in Piemonte: superiamo i glocalismi con una programmazione condivisa

“Sono convinto che aumentare il numero di gli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (IRCCS) sia uno degli obiettivi che la Regione deve porsi per i prossimi anni, ma occorre farlo nell’ambito di una programmazione di cui il Piemonte è al momento sprovvisto e non su spinte localistiche” dichiara il vicepresidente della Commissione Sanità, Domenico Rossi, commentando la notizia di una possibile unione tra l’Ospedale di Verduno e quello di Alessandria per il riconoscimento di un unico IRCCS.

Soltanto un istituto ha ottenuto il riconoscimento scientifico dal Ministero in Piemonte, si tratta della Fondazione del Piemonte per l’Oncologia di Candiolo, peraltro privato. In  Lombardia sono 18, nel Lazio 7, in Emilia Romagna 4, in Veneto 2 per un totale di 51 in tutta Italia. “Sono realtà ospedaliera per cui il Ministero certifica l’eccellenza nel ricovero, nella cura, nell’organizzazione e ovviamente nella ricerca che è l’elemento caratterizzante per cui ricevono un finanziamento statale ulteriore rispetto a quello regionale. Per questo rappresenterebbero un punto di riferimento per il territorio e un elemento qualificante per il nostro sistema sanitario oltre che un catalizzatore di professionalità e risorse economiche pubbliche e private, anche dall’estero” spiega Rossi. “Per questo motivo una strategia non si decide nell’ufficio dell’assessore ma si condivide con i territori, si discute in commissione, si elabora nel contesto di un più ampio piano sulla sanità regionale e valutando criteri oggettivi” aggiunge il consigliere Dem.

“Mi chiedo, ad esempio, secondo quale criterio l’assessore Icardi abbia scelto di puntare sulla struttura di Verduno? E ancora, perché legare il tentativo di riconoscimento sul tema della nutrizione a quello già avviato dell’Ospedale di Alessandria focalizzato sulle patologie ambientali? Domande che sottoporrò appena possibile allo stesso Icardi” sottolinea il vicepresidente della Commissione Sanità rilanciando: “L’azienda ospedaliera-universitaria Maggiore di Novara e il Centro per le malattie autoimmuni e allergiche “Ipazia” hanno tutte le caratteristiche per costituire e vedersi riconoscere il titolo di IRCCS. Perché non sostenere questa candidatura piuttosto che un’altra? Ecco a cosa servirebbe un piano e un confronto serio su questo tema: a scegliere la strada migliore per il Piemonte”.

“Per questo motivo – conclude il rappresentante democratico – intendo chiedere un’informativa in IV commissione al fine di definire in piena trasparenza quali sono i criteri che sta utilizzando l’assessorato e cominciare una discussione che aiuti a definire le realtà piemontesi che hanno le caratteristiche per diventare IRCCS. Parallelamente chiederò ai colleghi di tutte le forze politiche novaresi di lavorare insieme per aprire un “dossier Novara” su questo tema insieme all’università e all’azienda ospedaliera”.

 

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