Esprimiamo soddisfazione per l’annunciata riapertura dell’Unità di Crisi. Il virus corre e noi non possiamo essere da meno. Servono interventi immediati. Per il territorio occorre accelerare i tempi tra la comparsa dei sintomi, il tampone e l’indagine epidemiologica con relativi provvedimenti di isolamento. La questione dei tamponi non va affrontata solo dal punto di vista della capacità di processo da parte dei laboratori, ma anche da quella organizzativa del sistema.
Nel corso del gruppo di lavoro di indagine del 30 settembre 2020 è stato audito il CSI sullo sviluppo e il funzionamento della piattaforma gestione Covid19. Nel corso dei lavori è emerso che il sistema non è in grado di evidenziare il dato del tempo intercorrente tra la segnalazione del medico di base e la richiesta del tampone del Sisp.
Da allora abbiamo raccolto diverse segnalazioni dal territorio che testimoniano come questi tempi si stanno progressivamente dilatando, arrivando anche a 6/7 giorni e lasciando, in alcuni casi, i medici di base senza un contatto telefonico. Questi tempi non permettono un tracciamento efficace e permettono al virus di dilagare incontrollato.
Ci sono semplici azioni da mettere in campo per migliorare il funzionamento del sistema: in primis sviluppare sull’applicativo CSI un sistema di alert per battere il tempo alla presa in carico del Sisp. Inoltre, si può prevedere di far richiedere il tampone direttamente dal MMG, saltando un passaggio che oggi pare un collo di bottiglia. Di conseguenza, bisogna potenziare la rete dei “drive” in o “hotspot” ad accesso libero, perché se il medico invia al tampone, serve un posto dove andare senza appuntamento.
Nel frattempo non possiamo permetterci di lasciare sguarniti i sisp e la funzione di indagine epidemiologica: occorre potenziarli prima di tutto con ulteriori assunzioni, ma anche ricorrendo a soluzioni straordinarie come il supporto dei medici in pensione.
Ci auguriamo, inoltre, che l’attivazione dell’Unità di Crisi possa contribuire a migliorare il governo dell’epidemia anche per gli ospedali, a partire dalla gestione dei posti letto nelle terapie intensive, dove già si registrano i primi problemi. Serve un piano di crescita progressiva dei posti gestito a livello regionale o di quadrante che provi a stare un passo avanti all’andamento epidemiologico del virus e non uno indietro.
Domenico Rossi, Vicepresidente Commissione Sanità
Daniele Valle, Coordinatore Gruppo di indagine sul Covid19