Oggi il Piemonte si è svegliato con una notizia drammatica: una nuova operazione dei carabinieri ha coinvolto i cosiddetti “boss del gusto”: le associazioni mafiose del torinese e del cuneese avrebbero, infatti, cercato di mettere le mani sul Salone del gusto e sulla fiera internazionale “Cheese” di Bra.
“La notizia ci amareggia, ma purtroppo non ci stupisce” commentano i Consiglieri regionali Diego Sarno e Domenico Rossi. “Purtroppo la nostra Regione da anni è interessata da operazioni antimafia che hanno toccato la maggior parte dei suoi territori. In questo caso le accuse ci preoccupano particolarmente per il coinvolgimento di pezzi delle istituzioni e delle forze di polizia. Quando avvengono fatti di questa natura è la nostra Repubblica a subire un grave danno di autorevolezza che è sempre più difficile recuperare. È ora di capire, una volta per tutte, che dobbiamo alzare il livello di attenzione”
Il dato preoccupante, per quanto riportano i PM Stefano Castellani e Paolo Cappelli, è che i boss si interfacciassero con il mondo istituzionale “in una posizione di forza” data dall’impegno degli stessi nel sostenere i candidati compiacenti nelle competizioni elettorali.
“La ‘ndrangheta non si pone limiti di ambito. Dove annusa l’affare si infiltra. In questo caso, la cosca cuneese ha capito la potenzialità economica di Cheese e ha provato a metterci mano” commenta Sarno. “Oggi più che mai – prosegue il consigliere Dem – le mafie si infiltrano nell’economia reale perché è li che possono riciclare al meglio il denaro sporco attenuto dalle attività illecite.”
“Le responsabilità personali saranno accertate dalla Magistratura” aggiunge Rossi “a cui però non possiamo delegare in toto la responsabilità e il lavoro rispetto all’antimafia. È necessario attivare tutte le iniziative volte ad arrivare prima, per prevenire questi fenomeni: questo compito spetta a istituzioni, partiti, realtà associative ed a ogni cittadino. Servono strumenti per saper interpretare e contrastare la mentalità mafiosa che troppo spesso incontra un terreno fertile”.
“La Regione può cominciare a fare la sua parte, a partire dalla formazione. Cirio rispetti almeno i due impegni presi: nomini il responsabile per la Regione Piemonte in Avviso Pubblico (nomina promessa un anno fa e non ancora eseguita) e promuova corsi di formazione per gli amministratori, i funzionari degli enti locali, e gli amministratori degli enti sanitari. Solo così contribuiremo a diffondere una cultura capace di chiudere la porta alle mafie” concludono i Consiglieri Dem.