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IL PIEMONTE, REGIONE MODELLO SUL CONTRASTO AL CYBER-BULLISMO.

In tarda mattina, in conferenza stampa, è stato presentato il Protocollo d’Intesa per l’attuazione di interventi di prevenzione e contrasto del fenomeno del cyberbullismo, accordo figlio della legge regionale nr. 2 , del 05 febbraio 2018 “Disposizioni in materia di prevenzione e contrasto dei fenomeni del bullismo e del cyberbullismo”, fortemente voluta, nella scorsa legislatura, dal consigliere e Vice Presidente della Commissione Sanità, Domenico Rossi – in linea con la legge nazionale promossa dalla Senatrice Elena Ferrara – e di cui è stato primo firmatario.

“Oggi sono molto contento che Corecom e Consiglio abbiano approvato e messo in atto uno degli aspetti decisivi della legge” interviene il Vice Presidente Domenico Rossi “perché con questo atto si dà concretamente gambe alla legge, evitando il rischio che una volta prodotta resti sulla carta, specie a cambio legislatura. Ma non è questo il caso, poiché l’Assessora Chiorino mi ha assicurato di voler proseguire e rafforzare la strada tracciata”.

“Grazie a Corecom dunque” prosegue Rossi “a cui, con la legge regionale, abbiamo voluto dare funzioni  di osservatorio sul fenomeno del cyberbullismo, e di concorso, attraverso protocolli di intesa con soggetti terzi, alle azioni di prevenzione e di contrasto promosse dalla Regione, perché sta mettendo in atto le pratiche assegnate e lo fa grazie alla sinergia con molti altri attori, fondamentali per l’attuazione di questo Protocollo: la Regione Piemonte, il Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza, l’Ufficio Scolastico Regionale del Piemonte, L’Università degli studi di Torino e l’Università del Piemonte Orientale, la Procura della Repubblica presso il Tribunale dei Minori di Torino”.

“Il Protocollo d’Intesa” ha proseguito il consigliere Rossi “sarà fondamentale per avviare un’attività di monitoraggio sul cyberbullismo in 48 scuole pilota, che ci metterà nella condizione, come Regione Piemonte, di comprendere ancora meglio se stiamo andando nella direzione giusta e su cosa occorra ancora lavorare per contrastare questo fenomeno.

Ne è un esempio la “patente di smartphone” uno degli strumenti fondamentali per l’applicazione della legge, e che si sta, un po’ per volta, diffondendo in tutte le scuole della regione: si tratta di promuovere percorsi formativi volti all’acquisizione delle competenze sull’uso responsabile del web e dei social network e di progetti volti a sostenere lo sviluppo di una piena cittadinanza digitale, implementando la capacità degli studenti di appropriarsi dei media digitali, ma anche rivolto agli insegnanti e ai genitori stessi.

Sappiamo che è un’esperienza che si sta man mano estendendo, gestita da un gruppo trasversale dal punto di vista delle competenze, sul territorio regionale, e che le scuole stanno mettendo in campo, con diverse progettualità.

“Sarebbe importante” conclude Rossi “che la Regione promuovesse, anche in collaborazione con altri enti, un modello regionale per il percorso formativo e per la certificazione. Sono convinto che i due percorsi debbano parlarsi e che la ricerca potrebbe essere utile anche al progetto del patentino.

E credo anche che, su questa tema, il Piemonte possa candidarsi a regione modello ed ispiratrice per tutte le altre regioni d’Italia”.

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