“La battaglia che l’Assessore Caucino sta combattendo mira ad ottenere uno scalpo politico e non si preoccupa delle vere necessità dei minori. In Italia esiste già una legge (la 184 del 1983) che tutela il diritto del minore a crescere nella sua famiglia. Non abbiamo bisogno di una legge regionale. Le proposte dell’Assessore hanno già sollevato coro di critiche da parte di università, famiglie affidatarie, assistenti sociali, sindacati, operatori professionali dei consorzi socioassistenziali: 33 docenti di tutta Italia, tra i quali molti pedagogisti, si sono mobilitati contro questo provvedimento” affermano il Capogruppo del PD Domenico Ravetti e la consigliera Monica Canalis.
“Il Gruppo Pd – aggiunge il vice-presidente della Commissione Sanità Domenico Rossi – si opporrà con tutte le sue forze al ddl “allontanamento zero” dell’Assessore Caucino che, già nel titolo, si presenta come un’aberrazione linguistica e culturale, nata sulla scia del finto caso Bibbiano, usato come propaganda a livello nazionale dalla destra italiana. Si parte dal presupposto errato che l’allontanamento sia sempre un male, mentre la permanenza in famiglia sempre un bene, senza valutare il benessere del bambino che deve sempre essere al centro. Ma a smontare questo surreale immaginario ci sono i numeri e il lavoro dei professionisti che, quotidianamente, sono impegnati a gestire situazioni complesse e delicate, un lavoro che rischia di essere compromesso dallo spericolato gioco della propaganda politica. Una strumentalizzazione che mina la credibilità di un modello di sostegno ai minori e alle famiglie costruito in Piemonte in tanti anni e che mette sotto accusa la generosità dei tanti nuclei familiari che in questi anni si sono fatti carico di situazioni molto difficili”.
“Questo ddl, infine, è a saldo zero, non prevede nuovi fondi – conclude Rossi – mentre occorrerebbero risorse aggiuntive, per svolgere azioni di supporto alla genitorialità e assumere nuovi educatori, medici, psicologi, assistenti sociali e per rendere stabili i contratti precari. L’Assessore Caucino mira a dirottare sulle famiglie d’origine le risorse oggi destinate alle comunità e alle famiglie affidatarie, senza considerare che in molti casi il distacco temporaneo del minore è necessario per proteggerlo”.