La questione della Città della Salute e della Scienza di Novara non riguarda solo i novaresi, ma l’intero Piemonte. Lo ha testimoniato la presenza oggi (venerdì 15 novembre) di Mauro Salizzoni, Vicepresidente del Consiglio Regionale, e Domenico Ravetti, Capogruppo PD a Palazzo Lascaris, a Novara per una visita all’Ospedale Maggiore della Carità di Novara.
Un momento importante perché nonostante siano passati più di due mesi dalla giunta aperta durante la quale Cirio ha annunciato proprio qui a Novara la legge regionale per la città della salute, a oggi la ancora non esiste.
Noi abbiamo aspettato fino a mercoledì, l’altro ieri, termine ultimo per gli emendamenti del bilancio di assestamento, e visto che nulla è stato depositato abbiamo presentato noi un testo. Siamo contenti che questa nostra azione, insieme a tutte le altre fatte in questi mesi abbiano aiutato a risolvere il conflitto presente dentro la maggioranza di centro-destra.
Non è vero che si aspettavano solo i riscontri tecnici. E’ evidente, però che su questa questione c’è stata divisione all’interno del centro-destra. L’assessore Icardi lo ha più volte dichiarato: il Partnernariato Pubblico Privato (PPP) non lo convince del tutto, secondo lui costa troppo e gli interessi sono troppo onerosi. Lo ha detto in commissione, lo ripete in consiglio e l’ha detto in un recente incontro sull’ospedale unico del Vco a Verbania, lo ha dichiarato sui giornali.
Nonostante il Sindaco leghista di Novara continuasse a sollecitare un intervento che sbloccasse la situazione con le rassicurazioni di Cirio. Non ci interessa fare polemiche strumentali su un tema tanto importante, non solo per i cittadini di Novara, ma per l’intero quadrante, per il Piemonte, ma diciamo che la sanità non si costruisce con gli annunci.
Ad esempio: Icardi ha annunciato 17 milioni per l’ospedale di Borgomanero. Noi chiaramente ne siamo felici e contenti. Ma ha detto dove li prende? Io glielo chiederò nei prossimi giorni con un’interrogazione. Ma torniamo a Novara.
Vorrei essere chiaro su alcuni aspetti:
Qui non ci sono tifosi del PPP. Qualora avessimo avuto la possibilità di scegliere la strada dell’indebitamento diretto o il governo avesse deciso di finanziare interamente l’opera noi saremmo stati d’accordo. Ma non c’è alternativa.
La Regione Piemonte non può aprire nuovi mutui (perché troppo indebitata) e il Governo, pur aumentando le risorse dedicate all’edilizia ospedaliera, non ha intenzione di pagare per intero l’ospedale di Novara. Dunque il PPP era ed è una scelta obbligata se si vuole costruire la città della salute e della scienza di Novara.
Costa di più da un punto di vista finanziario?
Sì, perché il privato deve comprare il denaro, deve guadagnare e si fa carico dei rischi legati a un’opera di questo tipo, che sono all’ordine del giorno nel ciclo del contratto pubblico. Vogliamo fare solo due esempi?
L’ospedale di Verduno, l’ospedale di Biella, il Palazzo della Regione. Chi paga? Il pubblico. Nel caso del PPP il pubblico non paga fino a quando l’opera non è consegnata.
Su questo aspetto, quindi, la questione è: o si fa l’ospedale con il PPP o non si fa. Altre strade, ad oggi, non esistono, nonostante siano state ventilate come disponibili dall’assessore.
Io, noi, siamo tra coloro che ritengono che sia meglio farlo con questo strumento piuttosto che non farlo.
Perché? L’ospedale attuale è obsoleto, energivoro ed eccessivamente costoso. Non riesce a rispondere bene agli attuali bisogni di salute e sta diventando sempre meno attrattivo verso le professionalità migliori. Abbiamo bisogno di una struttura nuova, capace di guardare al futuro, organizzata secondo standard moderni, capace di attrarre professionalità.
Lasciare decadere la struttura di Novara, mentre si uccidono le prospettive di Verbania con una scelta scellerata rispetto all’ospedale unico in posizione baricentrica, mentre a Rho portano avanti lo Human Tecnopole e costruiscono il nuovo Galeazzi significa decidere che tutto questo quadrante andrà a curarsi in Lombardia per aumentare la quota che paghiamo ai cugini lombardi che solo nel 2018 è stata pari a 211 milioni di euro (come mobilità passiva).
E’ questo che vuole la destra? Cirio, Icardi e Canelli?
Sia chiaro: noi condividiamo ogni tentativo da parte dell’assessore di risparmiare. Lo condividiamo e lo sosteniamo. Se trova il modo di rivedere il Piano Economico Finanziario in maniera migliorativa noi siamo contenti. Ma questo non può essere un alibi per aspettare Godot.
- Primo perché il PPP è uno strumento previsto dalla legge in crescita in questi anni.
- Anche l’ANAC ne regolamenta l’utilizzo
- Perché intanto Torino procede, con tassi di interesse simili. Perché allora non si blocca Torino visto che il bando non è stato ancora fatto?
- Più passa il tempo più i costi saliranno perché il progetto è del 2009 e quindi l’ipotesi sui costi di realizzazione diventa sempre più lontana dal progetto.
perché il piano finanziario è stato approvato tre volte da un nucleo di valutazione indipendente del ministero.
La norma non è un problema. E’ pleonastica: dice qualcosa che è già nelle cose. La Regione, infatti, già paga i costi che sostengono le aziende ospedaliere. Anche i disavanzi.
E’ ora di assumersi la responsabilità scaturita dall’esito elettorale.
Bisogna passare dagli annunci alle azioni. Siamo contenti che finalmente – aspettiamo ancora qualche ora, però – almeno su questo aspetto la giunta si sia decisa.
Le ultime due questioni:
la legge, che comunque va approvata, non chiude l’iter. Sulla base della legge regionale la regione dovrà chiedere il decreto di finanziamento al ministero che dovrà erogarlo. A quel punto l’azienda potrà procedere con il bando. Chiediamo a Icardi:
Quando porta il disegno di legge in commissione considerato che la maggioranza non l’ha inserita nella programmazione?
Intende ritagliare uno spazio mentre discutiamo dell’assestamento oppure verrà inserita dopo l’approvazione dell’assestamento?
In questo caso significherebbe aspettare almeno un mese. E’ importante che l’assessore dica quali tempi si immagina e che interloquisca quotidianamente con il governo perché arrivi il finanziamento, forte del suo ruolo di coordinatore nazionale sull sanità nella conferenza Stato-Regioni
una proposta. Inseriamo il patto di integrità nella gara di appalto.
Aggiungiamo una proposta che ci consentirà di essere ancora più tranquilli rispetto ai rischi legati a un’operazione di questo tipo. Si tratta dei “patti di integrità”.
Uno strumento previsto dalla legge, dall’ANAC e dalla Commissione europea che garantisce la trasparenza e la correttezza delle gare d’appalto, contribuisce alla realizzazione di progetti di successo e permette di risparmiare denaro pubblico.
Il Patto di Integrità è stato sviluppato da Transparency International negli anni ’90 con l’obiettivo di aiutare governi, economia e società civile nella lotta alla corruzione nel settore degli approvvigionamenti pubblici, dotando le amministrazioni locali di uno strumento aggiuntivo deterrente contro la corruzione, che compensi meccanismi legislativi a volte incompleti o funzioni di controllo e/o repressione spesso lente ed inefficaci.
Si tratta di contratti che vengono sottoscritti, dalla stazione appaltante, dagli operatori economici e da un organismo di controllo indipendente (organismo no profit qualificato ed indipendente), con lo specifico intento di prevenire condotte illecite. Con essi, stazione appaltante ed operatori economici si impegnano, infatti, ad astenersi da condotte corruttive mediante il rispetto dei principi di lealtà, trasparenza e correttezza, mentre, l’organismo di controllo assume il duplice onere di: monitorare le varie fasi della procedura, compresa l’esecuzione del contratto, segnalando alle parti eventuali irregolarità; e di elaborare delle relazioni periodiche di dominio pubblico.
Per saperne di più sui Patti di integrità consulta qui la parte IV agli articoli 11 e 12 delle Linee Guida Dell’Autorità Nazionale Anticorruzione n. 15 recanti «Individuazione e gestione dei conflitti di interesse nelle procedure di affidamento di contratti pubblici»