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Gioco d’azzardo patologico: la Legge Regionale va bene così com’è

Il dibattito sulla legge regionale sul gioco d’azzardo patologico rischia di diventare surreale: un giorno si dice che la legge non ha efficacia perché non è diminuito il volume di denaro giocato, mentre il giorno dopo la stessa legge non andrebbe bene perché provocherebbe un mancato gettito nelle casse dello Stato. Si fa una verifica frettolosa viziata da punti di vista molto parziali.

La legge regionale è frutto di un percorso lungo e condiviso, tant’è che fu votata da tutti, anche da coloro che oggi si riscoprono “dubbiosi” o “critici”. Così come fu votato all’unanimità l’ordine del giorno che impegnava la giunta al pieno rispetto della legge regionale, nel novembre scorso. Questa piena condivisione, molto rara in Consiglio, scaturiva dalla consapevolezza di essere di fronte a un vero e proprio dramma socio-sanitario, che colpisce prima di tutto le fasce più deboli della popolazione: il gioco d’azzardo patologico. E’ quantomeno singolare oggi ascoltare posizioni molto critiche anche da parte di chi, come la deputata Porchietto, questi provvedimenti li ha valutati positivamente e li ha anche votati.

Alcuni dati sul primo quadrimestre del 2018 ci dicono che le giocate per le slot, mentre sono aumentate quelle nelle sale scommesse. Questo è vero, ma per un motivo molto semplice: la norma transitoria della legge regionale 9/2016 prevede, all’articolo 13, un doppio binario per l’adeguamento a quanto previsto dall’articolo 5 (le distanze dai luoghi sensibili): 18 mesi dalla data di entrata in vigore della legge per gli esercenti che gestivano slot machine (apparecchi di cui all’articolo 110, commi 6 e 7 del r.d. 773/1931) collocati all’interno di esercizi pubblici e commerciali e 3 anni per le sale da gioco, dove sono installate le VLT (Video Lottery). Questo dato è importante perché a Novembre del 2017 sono scattati i 18 mesi relativi agli apparecchi collocati all’interno degli esercizi pubblici, ma non quelli relativi alle sale da gioco, che dovranno adeguarsi a partire da maggio 2019. Oggi, quindi, abbiamo una situazione che vede le normali slot vicini ai luoghi sensibili chiuse, mentre le sale con VLT ancora aperte. Ecco perché le prime vedono un calo, mentre le seconde un aumento. Per verificare l’efficacia della legge su questo punto occorrerà attendere anche l’entrata in vigore del divieto per le VLT che invece dovranno essere spente, sempre se vicine ai luoghi sensibili, a partire da maggio 2019.

Fatta questa considerazione è utile ricordare che le regioni possono intervenire in questo ambito solamente in virtù delle competenze in ambito socio-sanitario, e quindi in un’ottica di prevenzione e cura di patologie, quale è stato riconosciuto il GAP, inserito anche all’interno dei LEA. La finalità non è, e non può essere, quella di diminuire la quantità di denaro giocata, ma quella di prevenire e contrastare il fenomeno del GAP. E’ chiaro a tutti, anche al legislatore regionale, che il fenomeno del gioco d’azzardo patologico è complesso e non può essere risolto solamente con alcuni divieti o limitazioni. Queste avevano l’obiettivo di allontanare l’offerta di gioco, per quanto lecita, dai “luoghi della vita”, cercando di invertire una rotta che in questi anni ha reso l’offerta eccessivamente pervasiva, al punto da portare la raccolta su cifre esorbitanti e quindi aumentare le possibilità di “ammalarsi” di GAP. E’ evidente che per raggiungere l’obiettivo della riduzione delle persone dipendenti da GAP sia necessaria un’importante opera di sensibilizzazione e di formazione a diversi livelli, oltre che un innalzamento dei livelli di cura, che la legge prevede di fare attraverso il piano integrato di cui all’articolo 3, sul quale Regione Piemonte ha investito 6,7 milioni di euro. La priorità, quindi, dal punto di vista dello spirito della legge, non è tanto quella relativa alla verifica dei divieti, oggi ancora parziali, quanto l’attuazione del piano integrato.

La logica è quella di allontanare il gioco dai “luoghi della vita”, di allentare la pervasività cresciuta in questi anni. Si fa questo mentre si investe su prevenzione e cura.

Compito della politica non è quello di sposare uno degli interessi in gioco, ma quello di trovare una mediazione che metta al centro il bene comune, a partire dalla tutela dei più fragili. Questo è quello che ha fatto la Regione che, con la legge sul GAP, vuole difendere le fasce più deboli della popolazione, che sono anche le più colpite da un fenomeno che si configura come una vera e propria tragedia all’interno della nostra società.

Tutto il resto appartiene a scelte di carattere nazionale su cui è già intervenuto il governo uscente e sul quale dovrà tornare il nuovo governo. Su questo aspetto sarà interessante capire, qualora ci fosse un governo M5s/Lega, come sarà possibile coniugare le differenti posizioni che le due forze politiche hanno sul tema e come immaginano di mettere insieme il tema del gioco d’azzardo con la flat tax che dalle stime di diversi economisti aprirebbe una mancanza nel bilancio dello Stato di circa 50 miliardi.

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