“Regione Piemonte ha intrapreso in questi anni un difficile percorso di riordino della sanità Pubblica: un lavoro che ha portato all’uscita del piano di rientro e sta consentendo al sistema sanitario regionale di tornare ad investire sui servizi ai cittadini. Per questo chiediamo alla giunta di affrontare anche il tema della suddivisione del Fondo Sanitario Regionale che ha l’obiettivo di assegnare le risorse alle ASL e perciò costituisce uno degli atti cardine della programmazione sanitaria”. Il Consigliere Regionale Domenico Rossi presenta così l’Ordine del Giorno per il ‘Superamento del criterio della spesa storica nella ripartizione del Fondo Sanitario Regionale’, sottoscritto anche dai consiglieri Paolo Allemano, Daniele Valle, Andrea Appiano, Elvio Rostagno, Marco Giaccone, Angela Motta, dal presidente della commissione sanità, Domenico Ravetti, e dal capogruppo del Partito democratico, Davide Gariglio.
“Un tema di cui mi occupo da tempo a partire dalla situazione del mio territorio di riferimento” spiega Rossi. Il novarese risulta, infatti, particolarmente penalizzato: “Se guardiamo alla spesa pro-capite per ogni cittadino residente – precisa il consigliere Democratico – l’ASL novarese risulta essere la più penalizzata (vedi tabelle di seguito) tra quelle piemontesi nonostante, o per meglio dire, a causa di una gestione efficiente del servizio: si parla di una differenza di circa 60 milioni di euro all’anno su un budget totale di 500 milioni (più del 10%)”.
“Lo stesso problema è stato segnalato dai sindaci delle aree interne del cuneese – spiega il consigliere Paolo Allemano – ed è stato richiamato in aula in più occasioni. Giusto dargli risalto e proporre uno scenario per il suo superamento”.
Allo stato attuale la ripartizione delle risorse non risponde a un’analisi dei fabbisogni sanitari o ai costi di produzione dei servizi, bensì è ancorata alla spesa storica generando un cortocircuito evidente: “Confrontandomi con i colleghi e allargando lo sguardo agli altri territori – spiega Domenico Rossi – è risultato evidente che il sistema non è solo penalizzante per i territori che ricevono meno risorse, ma risulta inefficiente. Negli anni scorsi, il fondo di riequilibrio (circa 400 milioni di euro) veniva utilizzato per coprire i disavanzi di esercizio con il paradosso che ASL virtuose vedevano meno risorse assegnate: la maggior parte dei fondi andava, insomma, a chi aveva un disavanzo più alto.
“La razionalizzazione delle risorse disponibili per la spesa sanitaria – commenta il presidente Domenico Ravetti – in uno scenario di spesa in costante crescita, impone che le decisioni di politica sanitaria siano, a tutti i livelli, “informate” e “consapevoli” circa le implicazioni cliniche, economiche, legali e organizzative inerenti l’adozione delle tecnologie sanitarie (intese in una accezione ampia del termine, ovvero apparecchiature elettromedicali, terapie farmacologiche, procedure e servizi all’interno dei sistemi e delle strutture sanitarie).”
“Per questo motivo – chiarisce Rossi – con l’Ordine del Giorno, chiediamo che la Giunta predisponga un gruppo di lavoro che elabori un modello, un sistema di criteri, per la suddivisione del Fondo Sanitario Regionale che superi quello della spesa storica. Qualora fosse mantenuto tale, infatti, rischierebbe di dare seguito situazioni di diseguaglianza sui diversi territori e di perpetuare anche un sistema inefficiente che comporta meno servizi e qualità per i cittadini”. Non solo, l’Ordine del Giorno sollecita un ulteriore sforzo. “Da quest’anno è stato inserito un obiettivo di efficientamento che prevede un obbligo a diminuire il disavanzo di almeno il 10%: se tutti dovessero portare a casa l’obiettivo avremmo un tesoretto di circa 40 milioni. Chiediamo che parte di tali risparmi più quelli realizzati con altre politiche di efficientamento vengano assegnati ai territori che ricevono meno risorse e che risultano più virtuosi nella gestione”.