Ieri sera, su Sky TG24 è andato in onda un pessimo servizio, con una bruttissima intervista al sindaco di Novara Alessandro Canelli, che ha usato parole gravissime. Una cosa è dire che Novara ha “già fatto la sua parte” perché ospita un numero di migranti in linea con quanto previsto dall’ANCI, un’altra è evocare le barricate: è da irresponsabili. Quanti cittadini, ascoltando le parole del sindaco, potrebbero sentirsi legittimati ad azioni di questo tipo? Mi dispiace, ma non è questo il ruolo che deve esercitare un sindaco. Il problema dell’accoglienza è serio: nessuno lo vuole liquidare con facili buonismi, ma non si può pensare di affrontarlo alimentando paure e soffiando sugli istinti peggiori degli esseri umani: ne ricaverai un po’ di visibilità nazionale (forse), ma avrai devastato una città nel suo senso più profondo di comunità umana. Comincino, piuttosto, i sindaci (di ogni appartenenza politica) a farsi carico di una quota di accoglienza: solo così si eviteranno i casi di sovraffollamento. Il sindaco di Castelletto Ticino lo ha fatto in questi giorni, ma all’appello ne mancano troppi, la maggior parte. Nei giorni in cui scopriamo che ad Aleppo è stato distrutto l’ultimo ospedale, che 6 milioni di bambini muoiono ogni anno nel mondo per malattie facilmente curabili… nella mia città si parla di barricate. E ancora più grave è che a farlo sia il sindaco. Un sindaco che appena eletto aveva dichiarato che sarebbe stato il sindaco di tutti. Migliaia di cittadini novaresi non condividono quelle parole e a coloro che le condividono andrebbe spiegato che con l’odio e l’indifferenza non costruiremo mai un mondo migliore né tantomeno più sicuro, ma solo piccoli fortini in cui avere sempre più paura dell’altro.