La legge sulle cave in aula nelle prossime settimane metterà ordine in un ambito regolato da una legge obsoleta e «sarà anche l’occasione per rivedere le piante organiche delle Province al fine di garantire la funzione dell’attività estrattiva e in particolare il servizio di vigilanza e controllo» come ha sottolineato l’assessore De Santis.
Si è concluso in questi giorni, con il via libera della commissione bilancio e il licenziamento definitivo in terza commissione, l’iter del PDL 165 “Disciplina delle attività estrattive: disposizioni in materia di cave”. Il testo, approvato all’unanimità dai gruppi consiliari presenti in terza commissione, approderà quindi in aula nelle prossime settimane per la discussione ed il voto. Un documento già condiviso i cui punti qualificanti restano, programmazione regionale, equilibrio tra attività estrattiva e ambiente, incentivo al riciclo degli inerti e, di contro, disincentivo al consumo di suolo, sanzioni serie e, infine, la certezza dei controlli.
Il nuovo testo consentirà alla Regione anche di tornare su una criticità emersa fortemente negli ultimi mesi: la dotazione organica delle Province, in particolare quella di Novara, che, nel riordino delle funzioni amministrative, risultano competenti in materia di attività estrattive e quindi riferimento per le autorizzazioni e vigilanza sulle cave. «Da mesi manteniamo alta l’attenzione su questo specifico aspetto e più in generale sul rapporto tra funzioni delegate e personale disponibile in pianta organica» spiega il consigliere Regionale Domenico Rossi che ieri, martedì 25 ottobre, ha interrogato l’assessore competente Giuseppina De Santis, ricordando anche le recenti perplessità espresse dalle organizzazioni sindacali. «Con il trasferimento delle competenze, avvenuto con la legge regionale 23 dell’ottobre 2015 – aggiunge Rossi – dobbiamo accertarci che gli Enti provinciali possano svolgere appieno il loro compito in particolare in ambiti tanto delicati e complessi come quelli legati all’attività estrattiva, in particolare nella fase di controllo, considerati i rischi ambientali legati anche al ciclo dei rifiuti. Non possiamo delegare le funzioni e non garantire la presenza di personale».
L’assessore De Santis, individuando nell’approvazione del PDL 165 l’occasione per fare il punto e rivedere le piante organiche delle province anche in materia di controlli delle attività estrattive: «A seguito delle concertazioni tra Regione e Province risalenti alla fine del 2015 sono stati trasferiti in Regione solo i funzionari che svolgevano prevalentemente funzione di polizia mineraria. Le stesse Province hanno provveduto alla comunicazioni di tali figure, 3 per la Provincia di Alessandria, 2 per Cuneo e 1 rispettivamente per Asti e Vercelli. Torino, Biella, Verbano e Novara hanno comunicato la mancanza di funzionari che svolgessero in via prevalente tale funzione». Sempre la provincia di Novara è anche «l’unica a non avere individuato personale con attività prevalente sulle funzioni in materia di attività estrattiva, né da distaccare in Provincia né da assegnare in Regione». Questo, spiegherebbe, secondo l’assessore Regionale, la situazione della provincia novarese. «Da tempo mi impegno per portare il tema della necessità dei controlli in cava all’interno del dibattito pubblico e delle istituzioni – conclude Rossi – e mi auguro che ci sia lo sforzo da parte di tutti i soggetti affinché non si lascino i territori, della Regione Piemonte in generale e del novarese in particolare, sguarniti su questo fronte. Da parte mia, con questa legge, ho fatto il possibile, prevedendo l’istituzione per ogni ambito territoriale ottimale di servizi di vigilanza obbligatori». (Clicca QUI per il testo della risposta dell’Assessore)