La situazione emersa sui giornali di questi giorni e che vede coinvolte scuole della nostra Regione, sia in provincia di Torino sia in provincia di Novara richiede un’azione politica volta a superare il meccanismo che provoca tali situazioni. Oggi il parere motivato di una scuola paritaria presente sullo stesso territorio dove si volessero aprire nuove sezioni o nuove scuole statali o comunali, combinato con l’ipotesi che questa nuova apertura porti alla chiusura di una o più classi della paritaria, porta di fatto a un veto. La questione va affrontata senza limitare la libertà di scelta delle famiglie e senza nessun pregiudizio ideologico nei confronti degli istituti privati: ma è evidente che la legge regionale, così come è stata ereditata, deve essere modificata. Quello che è successo prima a Bibiana e poi a macchia di leopardo un po’ in tutto il Piemonte (con i casi di Novara, Torino, Villanova Canavese, Venaria, Bagnolo Piemonte e San Damiano d’Asti) testimonia l’urgenza di intervenire in materia. Personalmente credo sia importante arrivare a una situazione per cui non ci siano automatismi, ma dove sia sempre l’amministratore a decidere in caso di diatribe o situazioni problematiche.