Numero chiuso a medicina: Cirio non ha letto la riforma

«Il presidente Cirio si è precipitato a giubilare la riforma della ministra (e collega di partito) Bernini sull’accesso alla facoltà di medicina, che definisce una “rivoluzione”. Ma lo ha fatto così in fretta che non si è preso il tempo di leggerla» il commento del consigliere regionale Domenico Rossi di fronte alle dichiarazioni del Presidente Cirio sull’abolizione del numero chiuso nelle facoltà di medicina.

Rossi, che nella scorsa legislatura ha ricoperto il ruolo di vicepresidente della Commissione sanità, sottolinea come «Ci troviamo, in realtà, di fronte all’inizio di un percorso lungo, che prevede diversi passaggi, ma una cosa pare certa: non c’è alcuna abolizione del numero chiuso, ma solo una modifica delle modalità di selezione. Scelta condivisibile, ma che non ha nulla a che vedere con i posti disponibili. Invece del test si prevede un semestre didattico durante il quale gli studenti verranno selezionati sul merito. Infatti il presidente della Federazione Nazionale dei medici e degli odontoiatri ha commentato come positivo il fatto che non venga cancellato il numero chiuso. Ci saranno 25.000 posti contro i 20.000 dell’anno precedente, ma il numero chiuso rimane». 

Secondo Rossi questa «è una riforma che, al contrario di quanto dichiarato dal Presidente Cirio, non ha nulla a che vedere con “la crisi di vocazione” che colpisce alcune specializzazioni. Quest’ultima è, infatti, una scelta che viene fatta dopo la laurea in medicina e l’abolizione del test di ingresso non garantisce che più persone sceglieranno le specialità oggi maggiormente disertate, come ad esempio quella di medicina d’urgenza, ma non solo. Per affrontare quello specifico problema serve una riforma complessiva che renda più attrattiva la scelta, a partire dagli stipendi, ma passando soprattutto dal benessere lavorativo che oggi è assente per turni massacranti e problemi organizzativi. Il settore sanitario vive una crisi drammatica e non ha bisogno di propaganda, ma di informazioni corrette e chiare, così come di investimenti certi e sicuramente superiori a quelli che il governo Meloni ha inserito nella manovra finanziaria».

Cerca