Divieto di smartphone sotto i 14 anni, la proposta del Pd: “In Piemonte c’è già la legge sul patentino”

Tra il divieto di smartphone ai minori di 14 anni da imporre per legge e lasciare ai genitori la decisione su come e quando affidare un telefono, c’è una terza via: la formazione e l’educazione digitale per figli, genitori e formatori. In Piemonte dal 2018 c’è la legge regionale che disciplina il “patentino digitale”, un percorso di formazione e consapevolezza che negli anni si sta diffondendo in tutto il Piemonte. Sono dei corsi di educazione digitale organizzati da scuole e Asl, dove si stabiliscono insieme le regole di un patto di corresponsabilità che regola l’uso dello smartphone e che tutti si impegnano a rispettare. La filosofia è: vanno bene le regole e i divieti, ma condivisi.

«I bambini si avvicinano al digitale fin dalla nascita e l’uso di dispositivi connessi è diffuso in tutto il mondo. A livello globale, un utente su tre tra coloro che accedono alla rete e utilizzano quotidianamente tecnologie digitali è un minore – scrive il Telefono Azzurro – . Spesso gli adulti non comprendono questa realtà parallela in cui vivono i ragazzi. Mancano accompagnamento e formazione per affrontare le sfide digitali, come il divario generazionale nei processi cognitivi ed emotivi. È essenziale che, oltre ai ragazzi, anche genitori e insegnanti acquisiscano competenze digitali. Sappiamo benissimo che divieti e sanzioni non portano mai ai risultati sperati».

«Questo è un dibattito che va affrontato evitando le tifoserie – commenta Domenico Rossi, il primo firmatario della legge, consigliere regionale del Partito Democratico e impegnato nella lotta al cyberbullismo. «In Piemonte dal 2018 lavoriamo con scuole e regioni per costruire percorsi formativi per acquisire competenze sull’uso responsabile del web e dei social. Crediamo in una piena cittadinanza digitale e un patto di corresponsabilità tra scuola e famiglia» spiega. «Il nostro progetto è cresciuto, ma non è ancora diventato “sistema”, non arriva a tutte le scuole sul territorio. Qualche anno fa non tutti erano consapevoli della trasformazione in atto. Oggi c’è maggiore consapevolezza sul fatto che la nostra società è sempre più caratterizzata da relazioni digitali ed è compito delle istituzioni e delle agenzie educative fare di tutto affinché non manchi la formazione necessaria ai giovani, ma anche agli adulti. La mia proposta è potenziare il patentino digitale e portare il progetto piemontese alla Conferenza Stato-Regioni. Può diventare un progetto nazionale».

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