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Congresso PD: serve l’impegno di ognuno di noi

Al congresso nazionale sosterrò Stefano Bonaccini nella corsa a segretario nazionale del Partito Democratico. Lo farò “da sinistra” insieme a tante e tanti compagni di viaggio che in questi mesi hanno condiviso con Brando Benifei l’esperienza di Coraggio PD. Con loro porteremo in dote le idee che secondo noi servono a cambiare in meglio il PD e una voce forte di rinnovamento.

Un rinnovamento che passa anche dalla capacità di trasformare il congresso in un confronto di idee e di traiettorie e non in uno scontro tra persone, animato dall’umiltà di chi sa che non ha la verità in tasca e che serve il contributo di tutti e tutte. Anche perché dal giorno dopo dovremo necessariamente lavorare tutti insieme per mettere provare a raddrizzare le tante cose che ancora non vanno: a partire dalla lotta alle diseguaglianze, la giustizia ambientale, il lavoro e la sanità pubblica.

Nessuno di noi può permettersi di ignorare che il passaggio che stiamo attraversando è molto stretto: servono coraggio e forte senso di responsabilità per ridefinire l’identità del partito e portare un forte rinnovamento, senza rinnegare o buttare via tutto il passato. Perché è vero che ci sono stati errori, ma anche tanti aspetti positivi. Il concetto di riferimento è quello dell’evoluzione e non quello della sostituzione, perché altrimenti, invece di celebrare il congresso avremmo dovuto archiviare il PD. Credo che Stefano sia la persona più adatta in questo momento a tenere insieme la parte migliore della nostra storia con la necessaria apertura al nuovo di cui pure abbiamo tanto bisogno. Le radici e le ali. Abbiamo bisogno di entrambe!

Ma è un momento eccezionale, nel quale diventano preziosi i contributi e le proposte di tutti i candidati in corsa. Stimo moltissimo Gianni Cuperlo e mi riconosco in molte proposte di Elly Schlein e in parte del suo percorso. Abbiamo bisogno sia della lucida capacità di analisi di Gianni sia dello sguardo e dell’energia di Elly che mi auguro faciliti l’avvicinamento di persone nuove al partito.
Dobbiamo superare, però, l’illusione che una singola persona possa salvarci. Che sia una donna o un uomo al comando. La sfida per noi è quella di funzionare come un collettivo che di volta in volta individua una leadership e ne compensa le inevitabili mancanze con il contributo di una classe dirigente capace e responsabile.

Mi è tornata alla mente una frase di Che Guevara:

“non esistono i liberatori. Sono solo i popoli che si liberano da sé”

Sarebbe bello tornare a crederci prima di tutto noi. E poi aiutare gli italiani a farlo. Non serve appoggiarsi all’uomo o alla donna forte di turno. È un’illusione.
I leader sono necessari, ma perché avvenga il cambiamento, soprattutto in democrazia, serve l’impegno di ciascuno di noi. Di un numero significativo di persone che si fanno carico della fatica della partecipazione nel tempo.


Ne ho parlato anche con La Stampa Novara nell’edizione di oggi: bit.ly/congressoPDRossi

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