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Destra… maldestra sul gioco d’azzardo patologico. Per la DIA il gioco legale prima fonte di reddito dei clan

La destra alla guida del Piemonte continua ad intervenire maldestramente sul tema del Gioco d’azzardo patologico. Non solo ha abrogato una buona norma che funzionava (la 9/2016),  sostituendola con una sbilanciata a favore degli interessi del comparto del gioco (leggi qui), ma, con la legge di riordino, in discussione nelle prossime settimane in Consiglio Regionale, depotenzia ulteriormente la legge regionale 19/2021.

In primis la maggioranza interviene sulle sanzioni attualmente previste per chi installa più apparecchi rispetto a quelli presenti nel 2016. Non basta chiedere che vengano rimossi, è necessario prevedere anche una importante sanzione amministrativa e valutare sospensioni dell’attività o la totale rimozione per evitare che qualcuno giochi sull’ipotesi di pochi controlli e sul fatto che, comunque, nei mesi in cui sono installate le macchinette aggiuntive, il guadagno sia assicurato. Non solo, si interviene anche per eliminare alcuni vincoli per i datori di lavoro su tempi e modalità per la formazione obbligatoria degli operatori.

Perché allentare sempre di più le maglie? La legge di riordino dovrebbe rappresentare, invece, l’occasione per correggere errori clamorosi del testo in vigore. E’ assurdo, per esempio, che nell’elenco dei luoghi sensibili si parli solo di scuole secondarie e non primarie o che siano esclusi gli ambulatori per le dipendenze. Un vulnus che ha già avuto effetti a Novara come nella provincia sud di Torino dove è stato concesso il permesso di aprire una sala scommesse con presenza di macchinette a due passi sia da una scuola media che da un Serd.

Da parte nostra non mancheranno proposte per migliorare la legge anche in linea con quanto richiesto dalle associazioni e dagli enti locali che si sono fatti promotori di una legge di iniziativa popolare, che dovrebbe a breve essere portata in aula, proprio per contrastare quella che appare sempre di più come una  tassa occulta sulle fasce deboli della popolazione e che, oltre a causare dipendenza, mette in crisi molte famiglie, soprattutto le più povere.

La destra si dimostra debole e amica con i forti e forte con i deboli, tutelando lobby e denaro e non la salute dei piemontesi, in un contesto che oggi ha dimostrato, (noi lo abbiamo sempre detto) grazie all’ultima relazione semestrale della DIA (Direzione Investigativa Antimafia), che il guadagno delle mafie nel gioco d’azzardo legale ha superato quello per spaccio e usura (leggi qui).
Le mafie tradizionalmente opportuniste e costantemente alla ricerca di nuove modalità di arricchimento considerano‘ il settore del gioco d’azzardo ‘fonte primaria di guadagno verosimilmente superiore al traffico di stupefacenti, alle estorsioni e all’usura‘ e ‘uno strumento che ben si presta a qualsiasi forma di riciclaggio” le parole della DIA.

 

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