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Profughi ucraini: la Regione sia in prima linea contro lo sfruttamento di donne e minori

“Nel territorio piemontese risultano arrivati più di 5mila profughi ucraini, di cui il 50% è composto da donne ed il 40% da bambini. Meno del 10% è ospitato nelle strutture CAS e SAI, più del 90% è ospitato in strutture private, famiglie, enti religiosi e associazioni. Numeri che confermano la necessità di predisporre un sistema di accoglienza all’altezza di una crisi umanitaria che dall’Unicaf definiscono mai vista, quasi impossibile da affrontare”. Lo dichiara il Consigliere Regionale Domenico Rossi richiamando l’appello della procuratrice dei minori del Piemonte, Emma Vanzù, che nei giorni scorsi ha trasmesso a tutti i soggetti coinvolti nel sistema di accoglienza le procedure per una efficace presa in carico dei minori non accompagnati. 

Una preoccupazione che in queste settimane è stata sottolineata da diversi soggetti impegnati da anni sul tema del contrasto allo sfruttamento. “E’ sotto gli occhi di tutti il rischio maggiore, ovvero che le giovani donne e i minori non accompagnati, se non prontamente presi in carico dalle istituzioni, rischiano di finire in mano a trafficanti di organi, diventare vittime di tratta o entrare nel business degli affidi e delle adozioni illegali” prosegue il consigliere Dem che sottolinea: “Sono ben note le capacità delle organizzazioni criminali di intercettare le persone più vulnerabili e coinvolgerle nei circuiti di sfruttamento per questo è necessario che Regione Piemonte definisca al più presto delle linee guida regionali sulle modalità con cui gli enti locali o i soggetti coinvolti debbano prendere in carico la situazione, garantire assistenza ai minori o comportarsi in caso di arrivo di minore non accompagnato”.

Una sollecitazione che il vicepresidente della Commissione Sanità a Palazzo Lascaris ha tradotto in un atto formale: un’interrogazione rivolta al Presidente Cirio (scarica il documento qui). “Occorre attivare strumenti di monitoraggio adeguati, anche attraverso un tavolo di approfondimento in seno all’ufficio della Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza, e provvedere a un completo censimento del fenomeno. La verifica va fatta anche nei confronti di quei bambini accompagnati da adulti, dei quali va accertato immediatamente il rapporto di genitorialità o di parentela” conclude Rossi.

 

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