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Solo in Piemonte quarantena nelle scuole primarie con un solo caso. Un grave errore a cui porre rimedio

La Regione deve farsi carico del disagio che sta crescendo tra studenti, famiglie e operatori scolastici. Le ultime decisioni regionali mettono in difficoltà il sistema e scaricano sui più piccoli e i loro nuclei familiari i costi sociali della pandemia.

Dopo due anni la sfida deve essere necessariamente quella di mettere insieme salute pubblica e il resto delle attività, a partire dalla scuola. La soluzione non può essere una quarantena preventiva: così riportiamo le lancette dell’orologio al febbraio 2020. Deve essere la Regione, attraverso i suoi organi politici e tecnici a cercare l’equilibrio tra i diversi aspetti.

La quarantena di 14 giorni, con un solo positivo in classe, rende la situazione della scuola primaria peggiore di quelle secondarie, poiché l’accudimento dei più piccoli è certamente più problematico da parte delle famiglie che, inevitabilmente, vanno in crisi anche per gli aspetti legati al lavoro.

Davvero non ci sono alternative alla quarantena? Considerato che con i contagi attuali le ASL non riescono a fare i tamponi, perché non cercare e permettere un accordo con le farmacie, ad esempio, per effettuare il tampone necessario? In provincia di Vercelli, ad esempio, ci risulta che alcuni sindaci stiano lavorando a una soluzione di questo tipo. Perché non estenderla? Nella vicina Lombardia gli studenti “contatti di caso” possono fare il tampone T0 in farmacia. Prima di mandare in quarantena decine di classi mettendo in ginocchio le famiglie sarebbe stato doveroso esplorare queste alternative.
In altre regioni, dove pure i contagi sono molto alti, il sistema sta reggendo. Basta guardare a Lombardia ed Emilia Romagna, ad esempio.

Le risposte ai problemi che pone la pandemia non possono essere solo quantitative, perché è chiaro che con l’impennata dei contagi il sistema non può reggere, ma con la campagna vaccinale, il green pass e l’esperienza accumulata occorre maggiore coordinamento e più attenzione agli aspetti comunicativi. E’ un errore grave mettere i cittadini nella condizione di ascoltare due messaggi contraddittori: mentre il Governo dice “facciamo di tutto per tenere aperte le scuole”, la Regione dice “quarantena di 14 giorni anche di fronte a un solo caso”. Se sono le istituzioni a creare confusione con messaggi contraddittori è difficile chiedere cooperazione alle famiglie, che sappiamo, però, essere necessaria per affrontare proprio i momenti più difficili.

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