Pieno di edilizia sanitaria: non sia un libro dei sogni. Servono progetti reali e finanziamenti certi

Ogni atto di programmazione è benvenuto, tanto più nell’ambito dell’edilizia sanitaria, nel quale il Piemonte sconta un alto livello di obsolescenza. 

Il piano approvato oggi dal Consiglio regionale presenta, però, tantissime criticità.

Prima di tutto gli importi sono sottostimati in rapporto ai posti letto ipotizzati, soprattutto se paragonati ai nuovi fondi per la Città della Salute e della Scienza di Novara dopo che la gara è andata deserta. Rileviamo, infatti, che mancano almeno 250 milioni di euro. In queste settimane, inoltre, l’assessore non ha sciolto il nodo dei 100 milioni previsti per la progettazione degli ospedali. 

Tutte questioni che, già evidenziate in Commissione, la Giunta e la maggioranza hanno deciso di ignorare. Ma senza i progetti INAIL non prende nemmeno in considerazione la fattibilità di quanto indicato.

Discutibile anche la scelta di puntare tutto su INAIL, mettendo in secondo piano altre forme di finanziamento a partire da quelle governative, che, in questo modo, andranno a finanziare i nosocomi di altre regioni.

Riteniamo grave, infine, che, dopo due anni e mezzo di legislatura, non si siano sciolti i nodi relativi al territorio del VCO. Abbandonata l’idea dell’ospedale unico, il territorio è rimasto vittima dei conflitti interni al centrodestra e, purtroppo, non si vedono ancora soluzioni all’orizzonte. Situazione analoga a quella dell’ASL TO5 sulla quale abbiamo presentato un emendamento, respinto dalla maggioranza.

Molto grave, infine, il voto contrario all’ordine del giorno, a prima firma Rossi, con il quale abbiamo voluto porre l’attenzione sul tema della legalità e della trasparenza. Questo nuovo piano, insieme a quello approvato nel 2018, mette in circolo lavori potenziali per quasi 3 miliardi di euro a cui aggiungere gli importi del PNRR. Un’opportunità per il sistema economico, ma anche una realtà da monitorare con attenzione per le possibili infiltrazioni mafiose e i fenomeni corruttivi. E’ fondamentale andare nella direzione di una centralizzazione delle competenze e dell’adozione di percorsi di trasparenza e partecipazione come i patti di integrità e protocolli con Prefettura e Forze dell’Ordine. 

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