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La Regione non si occupi solo di Gioco, ma si adoperi per il recupero delle prestazioni sanitarie post covid e per le visite familiari

Riprende domani, in consiglio regionale, la maratona per l’approvazione del disegno di legge 144 sul gioco d’azzardo patologico con l’assemblea convocata da martedì a venerdì fino a mezzanotte. “La maggioranza blocca il consiglio sulla modifica dell’attuale norma per la prevenzione e il contrasto al GAP, vuole a tutti i costi reintrodurre slot e macchinette nelle tabaccherie e nei bar, ma le priorità del Piemonte dovrebbero essere altre, a partire dalla sanità” commenta il vicepresidente della commissione sanità Domenico Rossi che cerca, con due documenti, di riportare l’attenzione sulle reali urgenze del territorio.

“Con un’interrogazione urgente (leggi il documento qui) – spiega il consigliere Dem – chiederò alla giunta cosa intende fare per riaprire le visite dei familiari negli ospedali. In altre regioni come Emilia-Romagna, Toscana, Lombardia, Sardegna,  Abruzzo e Liguria si è provveduto prevedendo l’utilizzo del Green Pass, la presenza di un tampone negativo entro le 48 ore o di un certificato vaccinale a 15 giorni dalla prima dose ma anche di guarigione dal Covid negli ultimi 6 mesi. Da noi, invece, manca un’indicazione omogenea per le aziende sanitarie”. Sono molteplici le soluzioni possibili in un contesto epidemiologico come quello attuale. “Nel pieno rispetto delle norma anti-covid e con le dovute limitazioni – aggiunge Rossi – è il momento di riaprire alle visite dei familiari, in particolare nei reparti dove la presenza è particolarmente necessaria come, ad esempio, le pediatrie e le terapie intensive neonatali”.

Altra emergenza, nonostante il ritorno in zona bianca e una progressiva normalizzazione dell’attività ospedaliera, è quella relativa alle liste d’attesa per visite specialistiche e interventi. “Sono molte, troppe, le segnalazioni di persone che rivolgendosi al CUP, anche a fronte di visite urgenti, che, quando gli appuntamenti rispettano i tempi previsti, vengono destinati a strutture lontane, anche a più di duecento chilometri da casa” denuncia Rossi. “Una situazione inaccettabile. Da un lato perché il piano regionale per il recupero delle liste d’attesa  prevede la divisione del Piemonte per aree omogenee, dall’altro perché, di fatto, molti rinunciano alla prestazione o si rivolgono al privato” spiega il vicepresidente della Commissione Sanità annunciando una mozione (leggi il testo qui) in cui si impegna la giunta a dare indicazioni al CUP Unico Regionale e alle azienda sanitarie affinché le visite e le prestazioni siano garantite all’interno dell’area omogenea di riferimento entro i tempi stabiliti dai Piani Nazionale e Regionale e a fare in modo che le visite e le prestazioni classificate come urgenti siano garantite all’interno dell’ASL di riferimento o al massimo dall’HUB di quadrante. “Questi – conclude Rossi – sono i temi e i problemi su cui bisognerebbe lavorare a tempo pieno e su cui Giunta e Consiglio dovrebbero concentrarsi, non il tentativo scriteriato di cancellare una legge che funziona. Mi auguro che tutte le forze politiche rappresentate a Palazzo Lascaris colgano l’importanza del documento e vogliano condividerlo”.

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