Cerca
Close this search box.

GAP: scuse e alibi finiti. Dati sul lavoro non pervenuti e nessun legame tra legge regionale e fenomeni di illegalità.

Con le audizioni dei diversi soggetti sull’ultimo disegno di legge della Giunta relativo al GAP sono finiti tutti gli alibi della destra che vuole cambiare la legge in vigore.

Il tema del lavoro, al centro della loro propaganda, è stato letteralmente ignorato, nonostante le opposizioni abbiano richiesto con forza le audizioni dell’assessorato competente e dell’osservatorio regionale sul mercato del lavoro. In 30 giorni l’assessora Chiorino non ha trovato un’ora di tempo per presentarsi in commissione e quindi non ci restano che i dati di IRES, che raccontano una storia molto diversa da quella che propongo il presidente Cirio e la Lega. Ci sarebbe da chiedersi come mai continuano a nascondere i dati ufficiali, ma ormai è chiaro che lo fanno perché sono dati che non sosterrebbero la loro tesi.

Anche l’accusa nei confronti della legge secondo cui favorirebbe la crescita del gioco illegale non ha retto alle audizioni. Sia la Procura della Repubblica di Torino sia la Guardia di Finanza, a domanda diretta, hanno escluso ogni correlazione tra la legislazione regionale e il gioco illegale. La GDF ha sottolineato che i risultati degli ultimi anni dipendono perlopiù dall’impiego di più personale e di strumenti più performanti. 

Lo stesso ex- pm Rinaudo (intervenuto per Eurispes), a domanda diretta, ha dichiarato che non esiste nesso diretto tra la legge regionale in vigore e l’aumento di illegalità. 

Confermato, invece, che il gioco legale purtroppo non è garanzia di esclusione dell’illegalità e che, anzi, al contrario, la criminalità organizzata è molto interessata a infiltrarsi nel settore legale che non sono non è garanzia di esclusione dell’illegalità, ma, al contrario, è uno dei terreni privilegiati per il riciclaggio e il controllo del territorio.

Restano poi agli atti di queste consultazioni i pareri autorevoli dell’Ordine dei Medici, degli Psicologi, degli assistenti sociali, del coordinamento dei SERD, delle fondazioni antiusura, dei movimenti antimafia, della Caritas che hanno ribadito con forza come la legge attuale non vada cambiata perché l’offerta genera domanda e patologia e che a pagare il prezzo di questo mercato sono soprattutto le fasce più fragili della popolazione. Tesi supportate da letteratura, dati e testimonianze che dovrebbero fermare questa modifica che non vuole davvero nessuno.

Mercoledì 16 giugno pomeriggio , inoltre, il CAL (Consiglio delle autonomie locali) ha dato parere negativo al DDL della Giunta: non era mai accaduto nella storia del Consiglio. 

Di fronte a tutto questo ci aspettiamo un passo indietro da parte di Cirio e della Lega, che, però, purtroppo, vanno avanti imperterriti e insistono per rimettere le slot nelle tabaccherie, tenere le sale slot attuali e diminuire la distanza dai luoghi sensibili per i bar, oltre a diminuire il potere dei sindaci. Non è un caso che nella capigruppo la maggioranza ha deciso di interrompere le audizioni e richiamare in aula il provvedimento calendarizzando questo provvedimento come se fosse la priorità del Piemonte in questo momento. Noi non faremo mancare la nostra ferma opposizione in aula e nelle piazze.

Le maschere sono cadute. Non c’è alcun motivo per cambiare la legge esistente se non quello di favorire l’industria del gioco. Questo DDL è una resa alle loro richieste.

 

Cerca