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La Lega sospende la legge Leone sul gioco senza votare la proroga per le sale: la prova che la posta in gioco non è la salvaguardia del lavoro

Oggi vincono i piemontesi contro l’arroganza della Lega e di chi voleva abrogare la legge regionale sul gioco d’azzardo patologico”.  Il vicepresidente della Commissione Sanità Domenico Rossi commenta così la decisione della Lega di ritirare la proposta di legge Leone che, in caso di approvazione, avrebbe cancellato con un colpo di spugna tutti i risultati ottenuti negli ultimi tre anni.

“La maggioranza, sorda a ogni richiesta di confronto e approfondimento, si arrende e “sospende” la proposta di legge di fronte al lavoro serio e puntuale delle opposizioni in aula, annunciando un nuovo Disegno di Legge della Giunta. In pratica ritira la legge Leone” spiega Rossi. “Lo fa – aggiunge il consigliere Dem – “blaterando” di “distorsione della democrazia” da parte delle opposizioni “colpevoli” di voler emendare le legge, quando proprio loro hanno saltato tutti i passaggi istituzionali di confronto sulla legge”.

Una decisione che svela, una volta per tutte, la strumentalizzazione sul tema dei lavoratori. “Se avessero avuto a cuore davvero il loro destino sarebbe bastato votare l’emendamento Ruzzola (Forza Italia) che prevedeva una proroga per il settore delle sale gioco, dando così anche il tempo per approfondire i tanti aspetti della legge. Anche le opposizioni si erano rese disponibili a valutare questo scenario” dichiara Rossi e rilancia: “La verità, invece, è che i lavoratori sono stati strumentalizzati per l’opinione pubblica, ma la la posta in gioco è un’altra e riguarda almeno tabaccai e baristi, ma soprattutto c’è la volontà di bloccare il “modello Piemonte” perché mette in crisi un sistema cresciuto a dismisura negli ultimi anni sulle spalle degli ultimi”.

“Ai lavoratori – prosegue Rossi – vorrei dire due cose: non lasciatevi strumentalizzare perché con la scelta di oggi la Lega dimostra che ha altri obiettivi in mente. La seconda è che non ci si libera né ci si emancipa da soli. La difesa dei propri interessi non può non tenere conto del dolore e del dramma dei tanti cittadini vittime del gioco d’azzardo patologico. Non bisogna cadere nella trappola della guerra tra poveri, perché a guadagnare è solo il profitto”.

La partita ora va avanti.  “Leggeremo le proposte della maggioranza augurandoci che questa volta non voglia saltare i passaggi di confronto previsti dallo Statuto e dal Regolamento del Consiglio, ma soprattutto che il Presidente Cirio e gli assessore Icardi e Chiorino ci mettano la faccia e ci dicano come vogliono tenere insieme salute e occupazione a partire da numeri istituzionali e non da ricerche presentate dal settore” conclude Rossi.

 

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