Approvata proposta PD: 1,5milioni ai fornitori di assistenza domiciliare

“L’approvazione dell’emendamento è un’ottima notizia. Da un lato le risorse stanziate tolgono ogni dubbio su sul fatto che la domiciliaria sia il tema del futuro, il servizio su cui investire: per questo occorre comunicare fin da subito per garantire un servizio sicuro, efficiente e di qualità ai piemontesi. D’altra parte era importante ribadire un concetto di equità: si parla tanto di ristori per le realtà e i comparti in difficoltà e chi eroga tale servizio ha dovuto compiere sforzi importanti, a fronte dell’emergenza Covid, che vanno riconosciuti” dichiara il vicepresidente della Commissione Sanità, Domenico Rossi commentando l’accoglimento dell’emendamento proposto dal PD, nell’ambito della discussione sul Disegno di legge sui ristori alle Rsa, che prevede un contributo di 1,5 milioni di euro anche per i soggetti fornitori accreditati di prestazioni domiciliari sociali e sanitarie.

«Queste realtà hanno sostenuto enormi spese straordinarie per l’emergenza Covid19, per l’acquisto di dispositivi di protezione individuale, maggiori spese del personale, nonché spese specifiche per la messa in sicurezza degli assistiti e per migliorarne la qualità dell’assistenza – dichiara la prima firmataria dell’emendamento e relatrice di minoranza del Disegno di legge, la consigliera regionale Monica Canalis – Le cure domiciliari sono la nuova frontiera della sanità e sono centrali nella strategia del PD piemontese di revisione del Piano socio-sanitario. Non c’è residenzialità senza domiciliarità, soprattutto in una Regione con più di un quarto della popolazione sopra i 65 anni come il Piemonte».

«In un’ottica di equità, abbiamo proposto di dare un sostegno economico anche alle realtà che seguono gli anziani e i disabili a domicilio – afferma il capogruppo del PD Raffaele Gallo – come primo passo di un rilancio e maggiore investimento sulla domiciliarità. Crediamo fortemente che residenzialità e domiciliarità siano i due pilastri complementari della cura alle persone non autosufficienti. Non si può aiutare l’uno, dimenticando l’altro».

«Dopo la riduzione nel 2020 da 54 a 37 milioni di euro sul Fondo Regionale per la Coesione Sociale, che finanzia anche gli assegni di cura a domicilio – concludono i consiglieri Dem – oggi c’è una piccola buona notizia per chi crede nella domiciliarità». 

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