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Occorre un piano per il supporto psicologico dei pazienti Covid e dei lavoratori

Nel corso del gruppo di indagine sulla pandemia covid19 odierno, è stato audito l’Ordine degli psicologi del Piemonte, con particolare riferimento alla ricerca condotta sui bisogni psicologici del personale sanitario e tecnico-amministrativo piemontese nell’emergenza Covid-19.

L’onda della pandemia, dopo un 2020 decisamente impegnativo, sarà lunga e si abbatterà su un contesto già molto affaticato. Al carico di lavoro aumentato, si aggiunga che anche il carico “relazionale” è aumentato, ora che i familiari non possono visitare i malati anche di lungodegenza.

Dovrebbe quindi essere l’occasione per istituire spazi di debriefing, supervisione, assistenza e supporto psicologico, disponibili anche oltre le fasi dell’emergenza, per il personale che opera in contesti socio-sanitari.

Tra l’elaborazione del bisogno e la domanda d’aiuto, c’è infatti un passaggio che è spesso complesso: i momenti di assistenza individuale e di gruppo dovrebbero essere riconosciuti nell’orario di lavoro, perché hanno una ripercussione diretta sul benessere del lavoratore e sul suo lavoro.

C’è inoltre, ancora da esplorare, la complessa situazione dei postumi psicologici dei pazienti covid: l’Ordine sta compiendo ora una ricerca sul punto, rispetto al quale il servizio sanitario dovrà farsi carico di offrire una risposta a una fascia di cittadinanza già estremamente provata dalla malattia o dall’isolamento prolungato.

Con questi fronti aperti, riteniamo fondamentale che il DIRMEI si doti di una specifica funzione legata alle problematiche psicologiche connesse all’emergenza covd19, analogamente a come era avvenuta nella prima ondata con il coinvolgimento dell’Ordine degli psicologi nell’unità di crisi, esperienza che si è però interrotta a giugno.

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