Chiusura scuole medie: Cirio si sottrae al confronto.

Ancora una volta il Presidente Cirio ha disertato, sottraendosi al confronto, le comunicazioni in Consiglio Regionale nonostante l’accordo preso nel corso della conferenza dei capi-gruppo.  Avrebbe dovuto riferire sul passaggio del Piemonte in zona arancione, magari spiegando meglio la scelta sulle scuole medie.  Niente informativa in commissione ieri (mentre Icardi e Carosso facevano una conferenza stampa di partito) e niente oggi in aula nonostante l’impegno preso nella capi-gruppo. Solo dopo le proteste dell’opposizione, a margine del Consiglio siamo riusciti a ottenere finalmente un’informativa del Presidente supportata anche da una veloce relazione del dott. Di Pietrantonj, che collabora con il gruppo di epidemiologi della Regione. Non c’è stato modo di approfondire, ma almeno è emerso che esiste una relazione di non conformità epidemiologica alla riapertura delle scuole mentre pare ci sia stato un parere positivo alla riapertura dei negozi. Ora cercheremo di recuperare queste relazioni per cercare di capire in base a che cosa questo venga sostenuto e soprattutto sarebbe importante capire cosa rende il Piemonte “diverso” dalle altre regioni che, invece, hanno consentito la riapertura. Sono tante le domande che aspettano una risposta. Certamente non ci arrendiamo e cercheremo tutte queste risposte ancora nei prossimi giorni.

Sono tra coloro che hanno sostenuto pubblicamente la scelta del Presidente di chiudere le scuole lo scorso 30 ottobre. Non penso che i problemi della scuola si risolvano tornando in presenza né che la DAD sia un problema in sé. Dobbiamo trovare un equilibrio, difficile in pandemia, tra diritto alla salute e diritto all’istruzione, e cercare di tirare fuori il meglio da ogni situazione, anche la più difficile.

Ma questa volta è diverso. La scelta del Presidente è stata fatta frettolosamente, in un contesto caratterizzato da poca trasparenza sui dati, assenza di confronto e assenza di soluzioni che pure potevano essere messe in campo prima.

1) Il criterio della “prudenza” è corretto, ma non si capisce perché debba valere solo per le scuole. Se dobbiamo essere prudenti a causa della situazione sanitaria piemontese al fine di consentire la discesa della curva dei contagi, allora occorre esserlo in tutti gli ambiti e non solo quando si parla di scuola. Al di là di ogni giustificazione  adottata, con le modalità messe in campo dalla Giunta passa un solo messaggio: la scuola in presenza è sacrificabile mentre il commercio no. La cultura sì e lo scì no. E quello che sto dicendo è confermato da quanto accaduto domenica pomeriggio nelle vie dello shopping di tante città. 

2) I dati in base ai quali prende le decisioni il Presidente continuano a non essere resi disponibili. Li chiedo da tempo, insieme ai colleghi di minoranza, anche con atti formali. Se esistono dati, relazioni… si rendano pubbliche, disponibili. Ieri pomeriggio è emerso con chiarezza che questi dati ci sono: la Regione ha a disposizione i numeri per fascia di età e province, ma non li mette a disposizione. La trasparenza genera fiducia, la reticenza sospetto; 

3) la condizione critica dell’occupazione dei posti letto in Piemonte è causa degli errori e delle mancanze della Giunta e della maggioranza che la sostiene. Ancora ieri, nel Gruppo di indagine sul Covid19 abbiamo ascoltato come quest’estate non sia stata fatta formazione, come non si sia applicato pienamente il Decreto Calabria che consente di assumere gli specializzandi, come ancora negli ospedali non ci siano percorsi separati. I Covid Hotel in alcune zone partono solo questa settimana. Chi governa il Piemonte continua a dire che ha ereditato una sanità vittima di tagli degli ultimi decenni. Mai l’ammissione di una criticità: è sempre responsabilità di qualcun altro. E questo rende poco credibile chi governa: si ammettano piuttosto gli errori. Invece si continua a dire che i problemi dipendono da un passato che si dipinge tutto uguale. Ma non è così. La sanità presa in mano da Chiamparino nel 2014 era molto diversa da quella che, pur con tanti problemi, ha ereditato Cirio nel 2019. Ora tocca a lui risolvere i problemi, far progredire il Piemonte. Questo fa un Presidente; 

4) Un esempio? il piano per entrate scaglionate e potenziamento del trasporto pubblico annunciato in questi giorni andava  fatto prima: noi lo chiediamo da giugno. Perché non è stato fatto questa estate? Perché nel periodo di chiusura delle scuole di queste ultime settimane non è stata predisposta una pianificazione, forse oggi le scuole potrebbero riaprire. A questo il Presidente non ha ancora risposto.

Qui puoi leggere la relazione fornita dal dott. Di Pietrantonj, che collabora con il gruppo di epidemiologi della Regione: https://bit.ly/2I3Audm .

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