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Nuova “task force” utile se aiuterà Cirio a cambiare marcia, non sia parafulmine delle responsabilità del governo regionale

Programmare la cosiddetta fase due è fondamentale per gestire con efficienza i mesi in cui dovremo convivere con il virus mentre torniamo ad erogare tutti i servizi della sanità regionale. 

Benvenuta, dunque, alla nuova equipe guidata dall’ex Ministro Fazio, a patto, però di non perdere un’altra occasione. Vanno chiariti gli obiettivi di questo gruppo di lavoro. Leggo che secondo Cirio e Icardi la “task force” dovrebbe analizzare e certificare le carenze strutturali che l’emergenza ha messo in luce sul sistema piemontese e che da quelle si dovrebbe ripartire per la programmazione. Ricordo al Presidente Cirio che la programmazione spetta al Consiglio Regionale e che questo team sarà utile non se avvallerà la tesi secondo cui le difficoltà incontrate fino ad ora dipendono dalle carenza del sistema ereditato, ma se saprà fornire proposte e soluzioni per le prossime settimane.

E’ bene, inoltre, definire i ruoli e la catena di comando: che rapporto c’è tra Giunta, Unità di Crisi, Comitato Tecnico Scientifico e questo nuovo organismo? Chiarire le rispettive responsabilità e funzioni è determinante per non ingenerare confusione e fraintendimenti come spesso purtroppo è accaduto nei giorni scorsi. 

Auspico, inoltre, che, finalmente, si apra un confronto autentico tra tutte le forze politiche come ho avuto modo di dire al Presidente della Commissione Sanità Stecco, che farà parte del gruppo di lavoro e che mi ha garantito la centralità della commissione sanità per il lavoro che si accingono a fare. A lui ho anche ribadito la piena disponibilità a collaborare con proposte costruttive in linea con quanto fatto nei mesi scorsi. 

Molte, infatti, sono state le proposte avanzate in queste settimane che purtroppo sono rimaste inascoltate. Per questo nelle prossime ore invierò un documento comprensivo dei principali suggerimenti raccolti a partire dal potenziamento della medicina territoriale, con le USCA che, contrariamente a quanto sostiene l’assessore Icardi, necessitano di un protocollo unico regionale che chiarisca in maniera univoca: come sono composte, come devono rapportarsi con i medici di medicina generale, quali terapie ed esami possono somministrare. E’, inoltre, urgente rafforzare la comunicazione tra ospedali e rete territoriale, programmando subito la separazione dei luoghi Covid, da quelli NO-Covid, oltre ad individuare luoghi “intermedi” tra l’ospedale e il domicilio dove mettere nelle condizioni di svolgere la quarantena tutte quelle persone che non possono farlo in maniera adeguata a casa. 

 

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