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Ancora poche risposte in Commissione Sanità per piano tamponi, emergenza Rsa e Unità speciali

La Commissione sanità di regione Piemonte prosegue il suo lavoro in questo difficile momento di emergenza dovuta al Coronavirus COVID-19. 

“L’aggiornamento settimanale in commissione è fondamentale per mantenere un raccordo tra Unità di crisi e territorio e vice-versa. Affrontiamo i molti temi all’ordine del giorno con un atteggiamento propositivo e costruttivo, ma non possiamo nascondere le tante criticità e i problemi che permangono e che vanno affrontati con tempestività, Oggi purtroppo abbiamo potuto confrontarci solo con l’assessora Caucino in quanto l’assessore Icardi era assente e perché ancora non abbiamo ricevuto disponibilità dal commissario straordinario” commenta il vicepresidente Domenico Rossi rilanciando tre questioni all’ordine del giorno che meritano massima attenzione.

C’è un grave ritardo per il “piano tamponi” per gli operatori sanitari. “L’annuncio del Presidente Cirio – spiega Rossi – risale a una decina di giorni fa, al momento però non esiste né un piano operativo, né le linee guida su come procedere. Intanto, però, il lavoro continua ad aumentare e anche l’esposizione al rischio. Non possiamo creare aspettative tramite annunci a cui non seguono le azioni conseguenti. E’ una questione di rispetto nei confronti di una delle categorie professionali più esposte in questi giorni”. 

Cresce la preoccupazione per la drammatica situazione degli ospiti delle Residenze per anziani (RSA) con conseguenze gravi anche per gli operatori. “L’ho evidenziato più volte riferendo di segnalazioni che mi giungono da tutto il territorio piemontese e dai sindacati” precisa il consigliere Dem. “Da giorni – prosegue – assistiamo a decine di decessi, anche con chiari sintomi riconducibili al coronavirus, che però nessuno verifica attraverso dei tamponi. Avviene ogni giorno in tutto il territorio piemontese. Occorre un intervento decisivo per la distribuzione dei dispositivi di protezione per personale e ospiti, ma la predisposizione di linee guida operative e protocolli su come intervenire di fronte a un caso sospetto di COVID in RSA, a partire dalla necessità di effettuare i tamponi”. Purtroppo anche nella commissione di oggi non sono arrivate risposte adeguate su questo tema.

Analogo discorso rispetto al tema del rapporto tra ospedali e cure sul territorio. “Se vogliamo davvero ridurre la pressione sulle strutture ospedaliere – argomenta Rossi – le Unità speciali di continuità assistenziale (USCA) devono essere una priorità: il Decreto legge n. 14 del 9 marzo (articolo 8) prevedeva la loro costituzione entro 10 giorni. Ho sollecitato a tal proposito l’assessore affinché al più presto si formalizzi un protocollo di dimissioni e di monitoraggio a domicilio strutturando un forte canale di comunicazione tra ospedali e territori, dando man forte alle Asl che in questo momento si muovono autonomamente e a macchia di leopardo”.

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