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Caucino: dichiarazioni indegne, un’offesa per le famiglie adottive

Le parole dell’assessore Caucino sono indegne. Si vergogni! Offendono migliaia di donne e in particolare chi ha fatto la coraggiosa e amorevole scelta dell’adozione.
Sul lato politico, però, svelano cosa c’è davvero in gioco con il DDL “Allontanamento zero”. Prima di tutto una “distrazione di risorse” che copre il vuoto politico di questa giunta. Non si hanno notizie di proposte su inclusione sociale, lotta alla povertà, sostegno alla genitorialità, organizzazione del sistema di welfare… nulla! Si mettono in ginocchio i servizi sociali per distribuire denaro direttamente alle famiglie sul falso presupposto, smentito da tutti i dati, che i pochi allontanamenti avvengano per ragioni di natura economica. Si intende sacrificare sull’altare del consenso un sistema virtuoso e la professionalità di operatori che quotidianamente sono impegnati a gestire situazioni complesse e delicate. Con il risultato di avere servizi sociali più fragili e squalificati a cui sempre meno famiglie si rivolgeranno perché dipinto come qualcosa di “malsano”.
Ancora più grave l’approccio di un “Assessore ai bambini” quando questi ultimi vengono trattati non come persone, portatori di diritti, bensì come “proprietà” delle loro famiglie: al primo posto va messo sempre e comunque il benessere del bambino a maggior ragione quando vive in situazioni di disagio, fragilità o violenza. Come del resto già fa un’ottima legge nazionale.

Dimentica l’assessore che in molti casi gli allontanamenti sono disposti per incapacità genitoriale, per abusi o maltrattamenti?
Lo schema è sempre lo stesso, identità contro un nemico costruito ad arte. Qui il nemico è il sistema dei servizi e delle comunità contro l’identità biologica “del sangue”.

Una contrapposizione costruita ad arte per giustificare operazioni scellerate come quella del disegno di legge dell’assessore.

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