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Stop al gioco d’azzardo patologico: firma la petizione, difendi la legge del Piemonte

Il gioco d’azzardo patologico (GAP) rappresenta un vero e proprio dramma socio-sanitario, che colpisce principalmente le fasce più deboli della popolazione. Dal punto di vista sanitario si tratta di una patologia che il Ministero della Salute ha deciso di inserire nei LEA (livelli essenziali di assistenza) a partire dal 2017, facendosi carico delle persone che cadono in una situazione di dipendenza. Da un punto di vista sociale aumentano i casi di crisi familiari scaturite da situazioni di dipendenza da GAP e di forte indebitamento da parte dei soggetti coinvolti.

In questi anni abbiamo assistito a una crescita costante del dato relativo alla quantità di denaro utilizzato dai cittadini per il gioco d’azzardo. Si è passati dal 47 miliardi del 2008 a 105 miliardi raccolti nel 2018: una domanda di gioco cresciuta a causa di un eccesso di offerta che, da quando lo Stato ha deciso di “fare cassa” con il gioco d’azzardo, è aumentata e ha raggiunto ogni luogo e spazio di vita dei cittadini.

Di fronte a questa situazione, il Consiglio Regionale del Piemonte, nell’aprile del 2016, ha approvato all’unanimità la Legge Regionale “Norme per la prevenzione e il contrasto alla diffusione del gioco d’azzardo patologico” (n. 9/2016).

La legge prevede un piano di prevenzione e contrasto al GAP, il divieto di installare apparecchi da gioco vicino ai cosiddetti “luoghi sensibili” (scuole, ospedali, case di cura, impianti sportivi, luoghi di culto) e la possibilità per i sindaci di regolamentare gli orari di apertura.

A distanza di tre anni dall’entrata in vigore, grazie a uno studio scientifico portato avanti da IRES Piemonte (trovi i dettagli dello studio qui), abbiamo dei dati che certificano l’efficacia della legge: in Piemonte il gioco d’azzardo è calato del 9,7%(a fronte di un aumento del 1,6% nel resto d’Italia è cresciuto), le perdite dei cittadini sono diminuite del 17,8% e i due terzi delle somme non giocate nel 2018, non sono state reinvestite in altri giochi.

Il gioco non è scomparso, perché la legge non vieta il gioco d’azzardo, ma semplicemente lo limita allontanandolo dai “luoghi della vita” e rendendo meno pervasiva l’offerta.

Questo dato è evidenziato anche dalla Società Italiana Tossicodipendenze Sezione Piemonte e Valle d’Aosta (leggi qui il testo della lettera) che precisa come, al contrario, un ritorno alla situazione ante legem avrebbe un “impatto disastroso sulla prevalenza del gioco con apparecchi e provocherebbe una nuova impennata di gioco problematico e patologico”.

Ora il centro-destra vuole smantellare la legge riportando le lancette dell’orologio indietro di tre anni e cancellando ogni argine all’eccesso di offerta di gioco.
La Lega ha presentato una proposta di legge in base alla quale decadono gli obblighi di distanza degli apparecchi dai luoghi sensibili per tutti i gestori in possesso della licenza alla data di entrata in vigore della legge del 2016.
Noi non ci stiamo! Rimaniamo dalla parte dei cittadini e ci batteremo per la salute e la qualità della vita dei piemontesi!

#NONSTIAMOALGIOCO

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