Un grido di allarme per San Giusto

“E’ un grido d’allarme che non può rimanere inascoltato quello che lancia Libera questa mattina dalle pagine de La Stampa (Cliccate qui per leggere l’articolo) : non possiamo alzare bandiera bianca sul recupero della villa confiscata alla mafia di San Giusto Canavese”. Così il consigliere regionale e vicepresidente della commissione antimafia, Domenico Rossi, commenta la sollecitazione di Maria Josè Fava, referente di Libera Piemonte. “Le istituzioni – aggiunge Rossi – non possono restare indifferenti di fronte a un messaggio di prepotenza e arroganza mafioso come certamente è l’incendio della villa. A maggior ragione di fronte all’impegno dell’associazionismo che ha presidiato il bene giorno e notte proprio per dare un messaggio contrario all’indifferenza che tanto fa comodo alle mafie”.

Proprio per manifestare vicinanza alla comunità di San Giusto una delegazione della Commissione Legalità del Consiglio regionale del Piemonte ha visitato il bene lo scorso 20 luglio. “La nostra presenza voleva essere un messaggio chiaro ai cittadini, alle associazioni e alle istituzioni: il Consiglio Regionale c’è, condivide questa battaglia e loro non sono soli. L’atto violento dello scorso 7 giugno evidenzia che l’azione delle istituzioni e della società civile sui beni confiscati è fondamentale: la strada del riuso sociale è quella giusta, mette in crisi i mafiosi” spiega Rossi lanciando un appello: “La città metropolitana si faccia carico del bene confiscato. Mi rivolgo alla Presidente Appendino affinché questo atto arrivi nel più breve tempo possibile insieme al messaggio che lo stato c’è ed è vicino ai sindaci e alle tante persone che si sono spese in prima persona”.

“I beni confiscati – conclude Rossi – devono diventare il segno della forza delle istituzioni che tornano in possesso di ciò che, con la forza, la violenza e il sopruso, è stato tolto alla comunità. Devono diventare il luogo in cui portare le scolaresche per raccontare la storia di un’Italia che resiste”.

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