Cerca
Close this search box.

Il PD ha una sola strada possibile: il centro-sinistra

Ieri sera, venerdì 5 maggio, il Partito Democratico novarese ha riunito il coordinamento provinciale. Tra i diversi punti all’ordine del giorno anche le prossime elezioni amministrative. Ho colto l’occasione per esprimere il mio pensiero su quello che, a mio parere, il PD dovrebbe fare nei territori e su alcune situazioni specifiche: in particolare su quella di Borgomanero.
Lo statuto, è doveroso ricordarlo, riconosce piena autonomia agli organi locali per quanto riguarda le scelte relative alle elezioni amministrative. Condivido tale logica e rispetto le decisioni che vengono prese, ma rivendico il diritto, e in certi casi il dovere, di sottolineare alcuni aspetti che non condivido e che ritengo non coerenti con le linee guida e i valori di fondo del partito, poiché quanto succede nei territori riguarda l’intera comunità dei Democratici. Una considerazione che vale in generale e, a maggior ragione, quando si considera la città di Borgomanero, la seconda della provincia di Novara, punto di riferimento per buona parte del nord della provincia.
Per questo ho voluto esprimere nella sede più opportuna le mie perplessità sullo scenario che si sta configurando a Borgomanero. Due le considerazioni che ho sottoposto al coordinamento.
Il primo è che il centro-sinistra si presenterà diviso, anzi, frammentato con ben tre candidati Sindaco. Una situazione che nonostante la qualità della lista del Partito Democratico rischia di consegnare la città al centro-destra che, invece, al di là delle diverse posizioni nazionali, si compatta su un unico candidato. Dopo dieci anni di governo di centrodestra il Circolo del Partito Democratico di Borgomanero ha tentato la strada della coalizione ampia di centrosinistra ma, come emerso nel corso del coordinamento, non si sono verificate le condizioni a causa di una serie di veti incrociati e di una situazione locale davvero complessa. Sono convinto che il tentativo di costruire una larga coalizione, in una logica ulivista, fosse la strada migliore per portare avanti una una proposta programmatica nuova, solida e di prospettiva per la città. Forse si sarebbero dovute porre le condizioni per un risultato diverso negli anni passati. Avremmo dovuto tutti, me compreso, lavorare per accorciare le distanze che in questi anni sono cresciute in quel territorio tra gruppi e persone che per tanto tempo hanno condiviso una cultura politica di centro-sinistra. Mi chiedo anche se le primarie di coalizione non avrebbero potuto essere uno strumento per superare alcuni veti incrociati, chiedendo agli elettori di centro-sinistra di esprimersi sul candidato ritenuto migliore. Per le cariche monocratiche credo restino lo strumento migliore in assenza di una scelta condivisa. Certo non aiuta a migliorare le cose la scelta di chi, in questi anni, ha decido di abbandonare il Partito Democratico, abdicando al tentativo di cambiare in meglio le cose anche dall’interno. La democrazia ha le sue regole fatte di cultura politica, ma anche di numeri.
Una cosa è certa: il risultato finale che vede un centro-sinistra frammentato è un dato negativo che neanche il circolo di Borgomanero voleva come ho potuto apprendere durante l’incontro di ieri sera.
Resta il rammarico per un’occasione sprecata e la convinzione che in quel territorio occorre fare di tutto per ricostruire spazi di condivisione, per re-imparare al mettere al centro le ragioni dell’unità.

L’altra considerazione, invece, riguarda la scelta del candidato sindaco. Il Partito Democratico ha deciso di appoggiare un candidato “esterno” per la carica di primo cittadino, un candidato che nelle amministrative del 2002 compariva nella lista di Alleanza Nazionale e che non ha avuto altre esperienze politiche e sociali in questi anni. Questo, molto semplicemente, è per me inaccettabile: non esistono ragioni che possano giustificare tale scelta. Non c’erano tra i nostri iscritti, tra i nostri elettori o nel mondo del sociale con cui condividiamo valori e principi di fondo, persone all’altezza della sfida? Mi chiedo: che cosa farà un elettore di centro-sinistra di fronte a questo quadro? Certamente quelli di centro-destra voteranno l’originale. Credo sia una decisione sbagliata che non fa bene al Partito Democratico, che tradisce se stesso tutte le volte che cerca le soluzioni politiche guardando a destra.

Cerca