Salva la rete anti tratta del Piemonte

Le associazioni che si occupano di tutela delle vittime della tratta non saranno lasciate sole. Lo ha ribadito nella mattinata di oggi l’assessore Monica Cerutti rispondendo in aula a Palazzo Lascaris ad un’interrogazione presentata dal Consigliere Regionale Domenico Rossi. «Preso atto che nella graduatoria stilata lo scorso 4 agosto dal Dipartimento per le Pari Opportunità del Ministero non figurava il Piemonte a causa di un errore nella presentazione della documentazione – spiega il Consigliere Rossi – mi sono subito messo in contatto con le associazioni, a partire da Liberazione e Speranza, e l’assessore Cerutti, che ringrazio per l’attenzione al problema, per individuare un percorso per salvaguardare l’attività della rete “Piemonte in rete contro la tratta”». Una mobilitazione che ha coinvolto tutti i livelli istituzionali «Un gioco di squadra – aggiunge Rossi – che ha garantito le coperture per l’attività fino al 31 dicembre 2016. L’assessore ha, infatti, annunciato, da un lato, lo stanziamento di 330mila euro in fase di assestamento di bilancio, dall’altro con l’impegno di reperire ulteriori risorse con la predisposizione di un atto di indirizzo per accedere ai finanziamenti POR 2014-2020 per circa un milione di euro, finalizzati al sostegno di progetti di inclusione attiva, orientamento, formazione e inserimento lavorativo, per le vittime di tratta». Non solo. «In una riunione di maggioranza tenutasi nella giornata di ieri, lunedì 5 settembre, sugli assestamenti di bilancio – precisa il consigliere democratico – mi è stato confermato che altri 400mila euro saranno disponibili per il 2017».

Una correzione in corso d’opera che consente a “Piemonte in rete contro la tratta” di proseguire un lavoro fondamentale per la tutela, il sostegno e il recupero delle vittime, ma è necessario andare oltre. «Ho presentato un Ordine del Giorno che impegna la giunta ad attivarsi nei confronti del Governo affinché il Sistema Nazionale anti tratta venga definitivamente messo a sistema – precisa Rossi – superando le attuali criticità a partire della logica di finanziamento attraverso bandi che rischia di non garantire l’attività in territori fortemente interessati dal fenomeno». Un passaggio fondamentale a livello di sistema come dimostra proprio l’esito del bando dello scorso 4 agosto: al di là del caso specifico Piemontese, infatti, altre regioni non hanno ricevuto finanziamenti nonostante avessero consegnato una documentazione completa. Risulta dunque necessario uno sforzo ulteriore per applicare tutte le misure previste dalle Convenzioni internazionali in materia, tra cui la Convenzione del Consiglio d’Europa sulla lotta contro la tratta del 2005 e la Direttiva europea 2011/36/UE, e in particolare di quelle finalizzate alla precoce identificazione delle vittime. «Alcuni livelli essenziali – conclude Rossi – devono essere sempre garantiti in tutte le regioni, prevedendo, eventualmente, un sistema premiale a favore dei progetti ritenuti maggiormente virtuosi».

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