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Un anno in Regione: la politica che fa Rete

Un anno in regione_copTrecentosessantacinque giorni. Per la verità qualcuno di più… Un anno vissuto intensamente, il mio primo in Regione Piemonte, grazie alla fiducia che molti di voi mi hanno concesso nella tornata elettorale del maggio 2014. Una responsabilità che sento ogni giorno più forte: fare Politica, rilanciando la sfida della partecipazione, in un periodo in cui cresce pericolosamente la disaffezione verso le istituzioni democratiche, è uno dei principali obiettivi che mi sono posto cominciando questo cammino, insieme al desiderio di portare nell’istituzione Regione le battaglie e i valori che avevano caratterizzato la mia attività di impegno civile degli anni precedenti: legalità, antimafia, diritti civili, attenzione ai più deboli, perseguimento dell’interesse generale contro quelli particolari. Questa è stata la bussola che ha segnato la rotta di questo anno a Palazzo Lascaris. Un’esperienza davvero ricca: l’attività in Consiglio, nelle commissioni, l’impegno nel mantenere un costante e costruttivo collegamento con il territorio e con i cittadini, intesi come portatori di istanze e proposte ma, soprattutto, come interlocutori nella costruzione di un percorso politico-amministrativo il più possibile condiviso e aderente alla quotidianità.

Raggiungo questa prima tappa del percorso potendo segnare in agenda alcuni risultati ma con la consapevolezza di tanti obiettivi ancora da raggiunge. Penso alla riforma della normativa sulle attività estrattive che da istanza del nostro territorio è diventata priorità politica del gruppo di maggioranza in questo anno e che presto sarà una Proposta di Legge grazie al lavoro condiviso con i colleghi consiglieri di maggioranza e a tanti soggetti attivi sul territorio. Penso al Castello di Miasino, dove siamo riusciti, attraverso l’impegno formale Parte della Regione a sbloccare una situazione ferma da anni e che dovremo essere capaci di riutilizzare nel più breve tempo possibile. Penso ai tanti incontri sul territorio (sanità, rifiuti, trasporto pubblico locale, migranti) per collegare l’attività istituzionale della Regione con i cittadini.

Un passo dopo l’altro non è vero che non cambia mai nulla, che non si può fare. Bisogna diventare capaci di costruire sogni e storie collettive.
Resto convinto che insieme possiamo farlo.

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