Miglioriamo insieme la riforma del sistema sanitario Regionale

«Stiamo lavorando per un sistema che assicuri più salute e migliori i servizi». L’assessore alla Sanità della Regione Piemonte, Antonio Saitta, indica così la direzione che l’Amministrazione intende seguire nel percorso di riforma del Sistema Sanitario Regionale. Un confronto aperto e autentico quello organizzato nella giornata di oggi all’Auditorium dell’Istituto Magistrale Bellini dal Consigliere Regionale Domenico Rossi, che ha visto protagonisti amministratori ed addetti ai lavori. Una platea altamente qualificata cui l’assessore ha delineato con chiarezza il progetto di riordino. «Momenti come questo – spiega Domenico Rossi – sono determinanti per giungere ad una soluzione condivisa e per questo rinnovo il mio impegno di mediazione e mi metto a disposizione. La riforma deve tenere conto dell’equilibrio del sistema, ma anche delle peculiarità del territorio». Proprio su queste ultime si è concentrata l’attenzione dei presenti in sala: il tema della Città della Salute di Novara, il ruolo dell’Università, la riduzione dei posti letto All’Ospedale Santissima Trinità di Borgomanero, il destino dell’ospedale di Galliate, il blocco delle assunzioni. Questioni specifiche legate indissolubilmente a elementi di sistema come lo sviluppo dell’assistenza territoriale assicurata dai medici di base e quella socio assistenziale, come ha evidenziato l’assessore alle politiche Sociali, Augusto Ferrari. «Welfare e Sanità camminano insieme per natura – sostiene l’assessore Novarese – per questo entrambi devono pensare a servizi sempre più capaci di rispondere alle nuove domande che vengono dai cittadini».

Un nuovo volto per la sanità piemontese. Questa in sintesi, dunque, la proposta della Giunta Chiamparino. «Dobbiamo liberarci dalla morsa del commissariamento per rilanciare il sistema. Ma, sia chiaro – sottolinea Saitta – l’approccio non è economico: lavoriamo per migliorate la nostra sanità, i servizi, l’accessibilità, la competitività sul mercato». Non un intervento quantitativo, ma qualitativo che valorizzi ancor di più le eccellenze del territorio, come hanno sollecitato anche il Sindaco di Novara e presidente dell’Anci Piemonte, Andrea Ballarè, il Presidente della Provincia di Novara, Matteo Besozzi, e la Presidente del Forum Regionale della Sanità del PD, Giuliana Manica.

«Un momento di confronto molto propositivo – commenta Domenico Rossi – in cui ho raccolto molte indicazioni che, in veste di vicepresidente della Commissione Sanità potrò portare all’attenzione del Consiglio Regionale». Gli interventi del presidente dell’Ordine dei medici, Federico D’Andrea, del Preside della Scuola di Medicina dell’Università del Piemonte Orientale, Giorgio Bellomo, Stefano Cusinato e Aurelio Prino, per gli ospedali di Borgomanero e Galliate, Luigi Binelli, in rappresentanza del collegio Ipavsi, Domenico Careddu, per il sindacato pediatri libera scelta, Savio Fornara, per quello dei medici di base, e Giuseppe Mantovan, in rappresentanza di Cgil, Cisl e Uil.

Tanti appunti anche per l’assessore Saitta che ha indicato in tre anni il tempo di realizzazione della riforma e che dal prossimo gennaio dedicherà quattro mesi di tempo ad un dettagliato lavoro di analisi di tutte le situazioni che sono state sottoposte nell’intenso tour dei territori in cui si è impegnato nelle ultime settimane. «Nessun piano nasce perfetto – aggiunge l’assessore – perciò non sussiste alcuna preclusione: vogliamo migliorarlo grazie all’aiuto di tutti. Ciò non toglie che non cederemo alle mediazioni politiche: i numeri parlano chiaro, troppi sono gli sprechi e serve ottimizzare il servizio». Il caso di Borgomanero è emblematico: i Sindaci dei distretti di Borgomanero e Arona, rappresentati con l’intervento di Anna Tinivella, chiedono di salvaguardare circa 250 posti letto, considerata la qualità del servizio e la necessità di presidiare un territorio popolato da più di 150mila abitanti dopo la chiusura dell’ospedale di Arona. «Il parametro dei posti letto – sottolinea Saitta – non è determinante: i nuovi sistemi di cura lo rendono superato. I grandi ospedali non sono più garanzie di grandi servizi, ma ragioneremo seriamente su questa opzione a livello di quadrante vista la specificità del caso». Il “quadrante” il termine chiave anche per il destino della Città della salute di Novara. «Non realizzarla – precisa Rossi – significherebbe di fatto vanificare il senso della riforma poiché la struttura novarese non potrebbe assolvere al proprio ruolo di riferimento per le province di Novara, Vercelli, Biella e Verbania. Anche per questo è necessario fin da subito pensare a come riutilizzare l’attuale sede». Una logica stringente per la pianificazione dell’assessore: «Dobbiamo dire basta alla polverizzazione della sanità – spiega – per questo partiamo dall’individuazione degli hub per rimodellare il sistema. Non dimentichiamo però gli errori del passato: se le scelte che prenderemo faranno mancare dei servizi ai territori dovrà essere pronta nell’immediato una soluzione alternative funzionale e accessibile».

 

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