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Trasparenza e legalità: ripartiamo da Contromafie

L'apertura di ControMafie con don Luigi Ciotti e Roberto Saviano
L’apertura di ControMafie con don Luigi Ciotti e Roberto Saviano

«Sono tanti gli stimoli che porto con me dopo la tre giorni di ControMafie, ma di una cosa sono certo: è terminato il tempo della delega e dell’indifferenza, a maggior ragione per chi ha scelto di impegnarsi nelle Istituzioni». Il consigliere regionale Domenico Rossi chiude gli stati generali dell’antimafia come rappresentante dell’assemblea di Palazzo Lascaris riportando sul territorio gli impegni sottoscritti dagli oltre settemila partecipanti all’evento organizzato da Libera.
Inasprimento delle norme sul riciclaggio, educazione alla legalità, nuove norme per garantire il sequestro e l’uso sociale dei beni sottratti ai mafiosi, sostegno ai giovani che creano lavoro nei territori segnati dalla criminalità; queste le principali le linee guida definite nel documento conclusivo di ControMafie. Concetti e indicazioni presi in considerazione da Regione Piemonte, impegnata per il riuso del Castello di Miasino, bene confiscato alla Camorra, «Regione – sottolinea Rossi – che di recente ha aderito alla piattaforma Avviso Pubblico che, proprio nel seminario cui ho preso parte, ha presentato il suo nuovo codice di comportamento per gli amministratori». Passaggio tutt’altro che scontato, dato che proprio chi si occupa della cosa pubblica è stato richiamato da don Luigi Ciotti a quei doveri etici che dovrebbero caratterizzare ogni politico: «Mafia e corruzione stanno saccheggiando la nostra società. L’integrità morale non è negoziabile per nessuno».
1contromafie2Il punto fermo del fondatore di Libera è stato il punto di partenza dei trenta gruppi di lavoro della tre giorni romana, con i contributi di oltre duecento relatori. «Buongoverno e trasparenza – spiega Domenico Rossi – sono stati al centro del tavolo di lavoro in Campidoglio. Molte sono le esperienze positive nel Paese per ricostruire la fiducia dei cittadini nelle istituzioni, anche grazie a reali strumenti di verifica e controllo». Regolamenti, codici etici, tutela dell’informazione e contrasto all’economia illegale sono leve determinanti per vincere la corruzione, ma nulla è possibile senza l’impegno di chi amministra i territori e governa il Paese. «In questo senso – prosegue Rossi – l’impegno preso dal Ministro della Giustizia, Andrea Orlando, per reintrodurre il reato di falso in bilancio, è un segnale incoraggiante, così come le parole del Presidente della Camera Laura Boldrini contro il vitalizio garantito anche per Deputati e Senatori condannati, o ancora l’annuncio del Ministro degli Affari Regionali, Maria Carmela Lanzetta, sull’accordo per diffondere buone prassi nella pubblica amministrazione». Passi importanti che non possono però prescindere da scelte di giustizia, uguaglianza e dignità dell’essere umano.

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