Trasporto pubblico locale: è necessario tornare alla progettualità

mimmotplInteressante e densa di contenuti la tavola rotonda sul traporto pubblico locale organizzata da Officina 32 al Circolo Santa Cruz a Borgomanero durante la settimana europea della mobilità. Un incontro al quale ho partecipato molto volentieri, desideroso di apprendere dagli esperti di settore (ed erano molto qualificato) tutte le problematiche che un sistema di trasporto pubblico deve affrontare per diventare virtuoso, sostenibile e soprattutto apprezzato dalla gente. È evidente che nell’attuale situazione finanziaria della Regione alcune scelte possono essere dettate più dall’emergenza e dal “mettere in sicurezza i conti” che non dalla pianificazione: scelte che sono indubbiamente dolorose, che devono tenere conto della situazione drammatica in cui versano le casse regionali. Il mio ruolo di consigliere deve essere, e sarà, quello di ascoltare esperti di settore e territori (ma senza limitarsi alla pur doverosa difesa “del campanile”) e riportare il tutto in Regione, nel lavoro delle commissioni e nel rapporto con l’assessorato dove le scelte operative vengono prese. Il consiglio e la giunta lavoreranno con tempi serrati su questa materia: chiederò audizioni in aula così da recepire e fare nostro il parere degli esperti e di chi vive il trasporto pubblico tutti i giorni.

Ma è fondamentale che la politica, e in questo caso la Regione Piemonte, torni protagonista e regista di tutto il sistema del trasporto locale. Come hanno evidenziato i casi di successo in Lombardia, la scelta di tagliare i rami secchi porta ad una spirale negativa che può trascinare giù l’intero sistema di trasporto. Oggi il libro della progettualità va riscritto: anche in Piemonte abbiamo eccellenze in merito, penso al biglietto integrato a Torino e nel Cuneese. Da qui possiamo ripartire.

Perché in materia di trasporto pubblico piemontese la grande assente, da decenni ormai, è stata proprio la politica: va organizzato ciò che oggi è disorganizzato, con sovrapposizioni tra gomma e ferro e quasi totale mancanza di coordinamento tra il servizio offerto dai bus e quello offerto dai treni. Bisogna lavorare sulle coincidenze, sul numero delle corse e delle linee e sull’informazione all’utenza. La materia è complessa e articolata, certo, ma se non ci mettiamo mano rischiamo di arrivare al punto di non-ritorno. Oggi siamo nella condizione, spero, di invertire la rotta. Le risorse sono quelle che sono ma è importante che la Regione torni a fare programmazione. Al di là dei tecnicismi e delle precedure di assegnazione del servizio, questo è il punto cruciale di tutto il sistema. Senza progetti chiari, seri e lungimiranti il trasporto pubblico locale non diventerà mai efficace ed efficiente.

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