Siamo sicuri che Princiotta non sia solo l’ultimo anello di una lunga catena criminale?

PrinciottaLa bufera giudiziaria che ha travolto il segretario generale della Provincia di Novara, Antonino Princiotta (arrestato per corruzione nell’ambito di un’inchiesta sullo smaltimento dei rifiuti) e coinvolto la Provincia di Novara non può lasciarci indifferenti dopo che per anni ci siamo battuti per portare allo scoperto il problema cave e rifiuti e per combattere i fenomeni criminali legati a queste attività.

L’arresto di Princiotta (fatta salva la presunzione d’innocenza di cui chiunque ha diritto) e la notizia data ieri sulla presenza di rifiuti pericolosi nella cava Marcoli di Romentino rappresentano solo l’ultimo anello di una lunga catena di fatti criminosi che hanno toccato il nostro territorio. A lungo mi sono battuto, come referente di Libera anche grazie al progetto Osservatorio Provinciale sulle Mafie, perché l’attenzione dell’opinione pubblica e dei pubblici amministratori si concentrasse su quel che avveniva nell’Ovest Ticino e in particolare a Romentino. Eppure c’è voluto un delitto perché venissero aperti gli occhi su quei fenomeni che denunciavamo da tempo. Ora questi ultimi due episodi rilanciano l’allarme

Mi sembra evidente che legalità e trasparenza debbano essere le parole d’ordine per chi affronta questo settore e in generale per tutti coloro che amministrano i nostri territori. E se dovessi essere eletto in Regione saranno le prime cose per le quali mi batterò. Vorrei ricordare che solo la fine anticipata della legislatura Cota ha impedito che venisse approvata una legge che avrebbe, dal mio punto di vista, peggiorato la situazione dal punto di vista ambientale e della lotta alle mafie. Se dovessi essere eletto, mi impegnerò affinché il settore cave venga regolato incrementando il ruolo della Regione nella pianificazione del recupero ambientale delle cave dismesse e abbandonate; incentivando il riutilizzo dei materiali, innalzando gli oneri di escavazione e potenziando i controlli.

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