Raccolta differenziata: la doppia morale del Movimento 5 Stelle

La città di Torino ha modificato il contratto con Amiat spa per potenziamento della raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani (leggi l’articolo per i dettagli).
L’accordo per portare la raccolta differenziata al 65% entro il 2021 è una bella notizia per la città di Torino che, al momento, registra uno dei tassi più bassi del Piemonte.

Una scelta condivisibile quella della Sindaca Appendino, presentata con entusiasmo come un deciso cambio di rotta dai 5Stelle, gli stessi che hanno definito l’obiettivo di “almeno il 65% entro il 2020” contenuto nel Piano regionale rifiuti una “proposta indecente” (leggi il comunicato). In Consiglio Regionale, in diversi occasioni sia in commissione sia in aula il M5Stelle ha sempre sostenuto che avremmo dovuto spostare l’asticella all’85%, che oramai era dimostrato che questi cambiamenti si possono portare avanti con tempi molto brevi e che la maggioranza mancava di coraggio (qui l’articolo); ma a Palazzo Lascaris il Movimento siede nei banchi di opposizione… Altro discorso quando si è chiamati all’amministrazione di una città, di un territorio o del Paese.

Verrebbe da chiedersi, infatti, perché a Torino l’obiettivo per la differenziata non è l’85% come accade per alcune realtà italiane? Almeno il 70% , quota raggiunta in Piemonte nelle province di Novara e Vco, ad esempio? Manca la volontà politica oppure è un po’ più complicato di come per anni ce l’hanno raccontata?
Una volta al governo, evidentemente, le posizioni cambiano e anche di parecchio. Ciò che prima era inaccettabile diventa un obiettivo importante, con tanti saluti alle velleità vendute ai cittadini.
Mi auguro che il 65% sia solo il primo step di un percorso che porti al più presto Torino a porsi obiettivi più coraggiosi.

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