I beni confiscati diventino testimonianza concreta di “legalità percepibile”

1palazzo-lascaris-gOggi in Commissione Legalità ha avuto luogo l’audizione del Direttore dell’Agenzia Nazionale dei Beni Sequestrati e Confiscati (ANBSC), Prefetto Umberto Postiglione.
«E’ stata una testimonianza di valore – commenta Rossi – che conferma la volontà della commissione di approfondire i problemi e di elaborare proposte nell’ambito della lotta ai fenomeni mafiosi».
Durante la seduta sono emerse alcune criticità. Alcune legate al passaggio di informazioni tra i diversi organi che si occupano di beni confiscati, altre relative alle risorse necessarie per questo settore. Nel primo caso, ad esempio, il direttore ha messo in evidenza come, ancora oggi, non ci sia un sistema automatico e informatizzato grazie al quale le confische emesse dai tribunali vengano automaticamente registrate dall’agenzia. La speranza è che i miglioramenti arrivino dall’approvazione del nuovo codice antimafia (già approvato alla Camera e in discussione al Senato).
«Il direttore – aggiunge Rossi – ha comunicato che suo obiettivo nazionale è far sì che parte del PON e dei POR siano dedicati, sotto forma di investimento, ai beni confiscati così da renderli nuovamente appetibili per il territorio».
Altro aspetto su cui ci siamo soffermati è quello del possibile uso degli immobili per fronteggiare l’emergenza abitativa: in questo senso a livello nazionale Postiglione si è già mosso, ma vuole promuovere protocolli regionali che diffondano questa prassi.
«Entrambe le ipotesi – continua il consigliere Rossi – dovranno essere approfondite a livello di commissione con l’audizione dei direttori e degli assessori competenti».
Non è mancato un riferimento al castello di Miasino, nelle mani della Regione dagli inizi di gennaio e ad altre situazioni piemontesi in attesa di risoluzione positiva.

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